giovedì 31 dicembre 2015

Auguri di buon anno ... da Guamodì Scuola!


Carissimi lettori e lettrici di Guamodì Scuola,


che voi siate genitori, insegnanti, studenti, nonni o semplici curiosi, desidero che vi giungano i più sinceri auguri per l'anno che viene.

 Auguro a tutti voi di trovare la forza per essere migliori, più felici, più consapevoli della vita che affrontate, più sensibili alla sofferenza vostra e altrui. Vi auguro di trovare la felicità che desiderate, nel rispetto dell'altro e del mondo che vi circonda.

 Il mondo non ha bisogno di santi, né di supereroi, né di gente fuori dal comune; il mondo ha bisogno di persone felici, perché dalla felicità discende ogni bene.

 Vi auguro che la strada che percorrete ogni giorno, tra successi e fallimenti, abbia il sapore della felicità delle piccole cose, la gioia che sta nei cuori di chi si sente vivo.

Vi auguro di amare autenticamente più persone possibili, di amare il vostro lavoro in modo tale che possiate non lavorare neppure un giorno; di amare le vostre fragilità e i vostri difetti, di amare i giorni che vi è concesso vivere in questo mondo che appare e ravviva i sensi.

Non è facile tutto ciò, ma può essere la sfida di ognuno di noi per l'anno che sta per iniziare. 

Anziché augurare, ed augurarci, che il prossimo anno sia migliore, più bello, più ricco di soddisfazioni, proviamo ad impegnarci per essere noi stessi migliori, noi stessi più belli e più capaci di dare soddisfazione e qualità ad un mondo che ne ha bisogno. 

Il mondo cambia se noi cambiamo.

Buon 2017, con affetto sincero.


Pierluigi Fratarcangeli  
Creatore e amministratore del blog Guamodì Scuola

martedì 29 dicembre 2015

Wonder: fatelo leggere ai vostri alunni

Non credo che questo libro sia una di quelle opere che lasciano senza fiato, che sconvolgono il lettore o che fanno piangere a rivoli.

Eppure è una buona lettura, piacevole, significativa. Si legge con facilità ed è adatta a tutti a partire dall'ultimo anno della scuola primaria.

Rispetto alla sua struttura narrativa è un insieme di punti di vista raccontati da personaggi diversi, a partire da August, il protagonista.

August è il primo a "prendere la parola", raccontando il suo dramma: avere dalla nascita un volto deforme, che ha sempre suscitato lo scherno e il disgusto delle persone che incrociavano il suo sguardo: gli occhi all'altezza degli zigomi, le orecchie grandi come germogli di cavolfiore ... e così via: una malattia rarissima che colpisce una persona su 4 milioni. Per il resto, August è un bambino intelligentissimo, appassionato di Star Wars e innamorato della sua cagnolina Daisy.

Per questa deformità il piccolo August era andato in giro per anni indossando un casco da astronauta.

Ma adesso lo aspetta un'altra terribile sfida: la scuola media.

I genitori, dopo averne tanto discusso, decidono di interrompere la sua educazione familiare ed iscriverlo in una scuola vera.

Come fare, però, rispetto alle difficoltà di August? Come arginare burle e prese in giro da parte dei compagni?

Il preside Kiap coinvolgerà altri studenti per facilitare l'ingresso di August nella scuola, ma la scelta, seppur intelligente, non preserverà il bambino da disagi, difficoltà di accettazione e di integrazione.

Il libro è la storia del primo anno di August in una scuola "vera", come lui stesso ripete. E' una storia di integrazione, difficoltà, confronto tra pari, di successi e sconfitte, di sofferenze accettate con coraggio e disponibilità a mettersi in discussione.

L'Autrice del romanzo, Palacio R.J., racconta come le venne l'idea di scrivere una storia del genere: rammaricandosi per aver reagito in malo modo alla vista di un bambino deforme, come August, in un esercizio commerciale di fronte alla casa in cui vive, prenderà lo spunto per questa storia ricca di stimoli educativi e buoni sentimenti, anche per rimediare alla sua reazione poco inclusiva e poco matura.

Consiglio questo libro ai colleghi insegnanti affinché lo propongano come lettura di classe ai loro alunni: il libro si presta benissimo a discussioni e attività didattiche utili per costruire contesti inclusivi e stimolare sentimenti di accoglienza e accettazione negli alunni... e negli insegnanti.

---------------------------------------------

Il libro scaricabile gratuitamente ... in lingua inglese! (Formato PDF)

Pagina web in cui trovare materiali e spunti per attività didattiche in classe.

Il libro puoi acquistarlo qui

lunedì 28 dicembre 2015

Il mio piccolo genio - Film per la scuola

Si tratta di un film del 1991 con la regia di Jodie Foster.

Il film narra la storia di Fred Tate, un bambino prodigio: è un portento al pianoforte, legge prima dei suoi coetanei e risolve problemi matematici difficilissimi.

La madre, una cameriera che vive in solitudine, è combattuta rispetto a due scelte: da una parte l'importanza di assicurare al bambino la serenità di un'infanzia "normale", spensierata; dall'altra concedere al figlio la possibilità di coltivare il suo genio, il suo talento fuori dal comune che già lo emargina rispetto ai coetanei.  

Alla festa di compleanno di Fred, infatti, non si presenta nessuno degli amici invitati. La donna, a questo punto, decide di affidare il bambino a Jane Grierson, anch'essa bambina prodigio diventata ormai adulta.

Il tema dei bambini super dotati qualche volta riguarda anche gli insegnanti. E anche quando non si tratta di veri e propri geni si ha molto spesso a che fare con bambini con difficoltà di adattamento, che relazionano a fatica, che cognitivamente hanno una marcia in più. Il film proposto può stimolare riflessioni in tal senso.

Buona visione!



domenica 27 dicembre 2015

Non uno di meno - Film per la scuola

Film del 1999 con la regia di Zhang Yimou. 

E' interessante dire, prima di tutto, che molti degli attori presenti nel film non sono attori professionisti, ma persone "normali" che nella vita reale ricoprono lo stesso ruolo della pellicola. Questo non fa del film "Non uno di meno" un lavoro improvvisato o di scarsa qualità: si aggiudica infatti il leone d'oro alla 56esima edizione del festival del cinema di Venezia.

La vicenda è ambientata in Cina: il maestro Gao è costretto ad allontanarsi dalla scuola ad anno scolastico iniziato per assistere la madre malata.
A sostituirlo vine chiamata Wei, una ragazzina tredicenne che non ha alcuna esperienza di insegnamento. Il maestro entra in contatto che la supplente, raccomandandosi di fare in modo che nessun alunno della classe lasci la scuola durante la sua assenza. Da qui il titolo "Non uno di meno".

Per la giovane Wei sarà una sfida, piena di difficoltà, delusioni, rivincite e soddisfazioni. Il contatto con gli alunni, vivaci e problematici, è lo specchio delle difficoltà che essi vivono a casa, in famiglia, nella vita di tutti i giorni.

Buona visione!

mercoledì 23 dicembre 2015

Pedagos: migliorare e migliorarsi nella scuola

Segnalo le risorse, la professionalità e la passione educativa di Stefano Rossi, psicopedagogista, educatore e fondatore dello Studio Pedagos.

In occasione di un corso sull'apprendimento cooperativo organizzato dalla mia scuola, ho avuto modo di confrontarmi con Stefano su diversi argomenti educativo - didattici e sulle tecniche operative del cooperative learning.

 Per questa ragione condivido su Guamodì Scuola le positive impressioni che ho avuto dai tre giorni di incontri (4 ore al giorno), condite di simpatia, professionalità e competenza maturata sul campo.

Stefano Rossi è l'autore del libro "TUTTI PER UNO UNO PER TUTTI", edito da edizioni la meridiana (vedi la foto a lato), che ritengo utilissimo per chi volesse informazioni e consigli pratici (dove per "pratici" intendo di immediata utilità didattica) sull'applicazione del cooperative learning in classe. 
Il volume è suddiviso in sezioni intuitive e di rapida consultazione, e fornisce anche esempi concreti per diversi gradi scolastici e discipline di insegnamento.



A proposito delle opportunità che lo Studio Pedagos fornisce alle scuole, agli insegnanti e agli studenti, rimando al sito ufficiale, a cui si accede cliccando sul link in fondo alla pagina. 

Qui mi limito a riportare un breve stralcio estrapolato dal sito:

Lo Studio Pedagos è uno studio pedagogico che raccoglie l'esperienza di consulenza, formazione, progettazione e intervento del Dr. Stefano Rossi, che opera da diversi anni per l’infanzia e l’adolescenza e la genitorialità in collaborazione con ScuoleComuniCooperative sociali eAssociazioni culturali della Lombardia. 

Pedagos promuove la diffusione dell'Apprendimento Cooperativo e dell' Educazione Socio-Emotiva per bambini, ragazzi e giovani.
Lo studio offre progetti rispetto a diversi ambiti e corsi di formazione rivolti a genitori, insegnanti ed educatori.

Un saluto a Stefano e Leila! Buon lavoro!

martedì 22 dicembre 2015

Gli insegnanti possono ricevere regali da genitori e alunni?

Forse non ci siamo mai posti il problema, eppure si tratta di una questione appositamente regolamentata dalla legge: gli insegnanti possono accettare i regali dagli alunni e/o dai genitori degli alunni?

Gli insegnanti, come anche tutti i dipendenti del pubblico impiego, possono ricevere regali dagli utenti purché siano di un valore inferiore ai 150 euro.


Chi accetta regali non conformi a questa restrizione rischia il
 licenziamento con preavviso.

Ovviamente nessuno, dopo aver ricevuto un regalo, si preoccupa di farlo stimare rispetto al suo reale valore monetario, eppure il Codice di Regolamento (D.P.R. del 16 aprile del 2013) è molto chiaro.  

Precisa anche che "i regali di un valore superiore ai 150 euro dovranno essere messi subito a disposizione dell'amministrazione per la restituzione o la loro devoluzione per fini istituzionali".

Gli intenti di tale provvedimento, come è facile immaginare, mirano a scoraggiare all'interno della pubblica amministrazione forme di corruzione, concussione e clientelismo.

Per approfondire:


lunedì 21 dicembre 2015

"Vivere momento per momento" di Jon Kabat Zin - Libriamoci

Può essere davvero considerato uno dei libri più importanti degli ultimi decenni e l'autore, Jon Kabat Zin, ha rivoluzionato la vita di migliaia di lettori e la psicoterapia, introducendo la cosiddetta "terza generazione" negli approcci terapeutici di stampo cognitivo-comportamentale.

Non è uno dei soliti libri di auto aiuto, di quelli cioè che permettono miracoli e rivoluzioni nella propria vita nel giro di pochi giorni o, addirittura, di poche ore. E' molto di più. E' un approccio nuovo alla propria esperienza, è una rivoluzione copernicana nel modo di vivere le proprie emozioni e i propri comportamenti. E' un modo nuovo di stare al mondo ... con consapevolezza!

I risultati a cui porta Jon Kabat - Zin non sono immediati: occorre del tempo, applicazione, esercizio. Eppure è vero anche che già dalle prime applicazioni della Mindfulness (si chiama così questa "invenzione") si notano dei benefici. 

Ad esempio, avete mai notato di "star pensando" e che la vostra attività cerebrale altro non è che una serie di pensieri senza alcuna consistenza reale? Oppure avete mai fatto caso, con "consapevolezza", a tutte le sensazioni che si provano mangiando un chicco di uva sultanina? E avete mai "sentito" il vostro respiro?

Non voglio banalizzare con esempi che potrebbero apparire sciocchi. La mindfulness, di cui Jon Kabat-Zin è il capostipite nella sua applicazione alla psicoterapia, ha almeno duemila anni di storia: è un adattamento, intelligente e azzeccato, di alcune pratiche buddiste alla psicologia e alla psicoterapia.

 Questo non vuol dire che la pratica della mindfulness abbia in sé contenuti mistici o religiosi: nulla di più sbagliato. Il buddismo, oltre a proporre un approccio spirituale all'esistenza, è anche una vera e propria scienza della mente: la mindfulness fa riferimento proprio a quest'ultimo aspetto, tralasciando ciò che non ha a che fare con riscontri scientifici e terapeutici.

Meditare alcuni minuti al giorno, sia in modo formale che informale, provoca dei veri e propri cambiamenti nella struttura cerebrale, garantendo dei benefici notevoli alla salute psichica e fisica delle persone.

Consigliamo vivamente la lettura di questo libro, che potete scaricare al link qui in basso:


Se il link in alto non funziona contattaci: ti aiuteremo noi a procurarti il libro


----------------------

Cosa può avere a che fare tutto questo con il mondo della scuola?

Giudicate voi stessi leggendo gli articoli proposti nei seguenti link:




giovedì 17 dicembre 2015

Perché diciamo "IL fine settimana" e non "LA fine settimana"? - Italiano Senza Errori

Perché diciamo "IL fine settimana" e non "LA fine settimana"?

Nel rispetto della concordanza di genere fra articolo e nome, la forma corretta dovrebbe richiedere l'utilizzo dell'articolo LA (IL fine infatti, al maschile, è cosa diversa) e in effetti non è errato utilizzare la forma femminile, che però dovrebbe contenere anche la preposizione articolata "della" ("LA fine DELLA settimana").
L'espressione infatti, attestata in italiano dal 1932, è un calco dell'inglese "week end", per il quale si utilizza l'articolo IL. Da qui il largo utilizzo della forma maschile: IL fine settimana.

martedì 15 dicembre 2015

L'arte di studiare: l'interazione con il testo

La capacità di studiare si acquisisce con l'impegno e seguendo indicazioni specifiche che, supportate da dati sperimentali, sono effettivamente efficaci per velocizzare ed ottimizzare gli apprendimenti.

Tra le varie abilità nel metodo di studio, ce n'è una molto importante, che gli alunni possono imparare nel giro di qualche ora e che dà dei risultati ottimi: l'interazione con il testo.

Che vuol dire interagire con il testo?
Vuol dire interagire con i concetti, i capoversi, le definizioni, le parole chiave in modo attivo; vuol dire porsi in modo creativo rispetto alle pagine di studio (non possiamo negare che gli apprendimenti, in ogni caso, passano attraverso un "testo", sia esso multimediale, elettronico, audiovisivo...).

Come avviene questa interazione? Attraverso simboli che indichino stupore, dubbio, disapprovazione, piacere, interesse, approvazione...

Si tratta, per entrare nel concreto, di disseminare al lato delle pagine simboli che per lo studente abbiano un significato preciso.

E' ampiamente dimostrato che questo lavoro favorisce l'attenzione ed aumenta il livello di comprensione del testo.

Ecco le fasi per insegnare - ed utilizzare - questo metodo:

1. Lo studente, autonomamente o con la guida dell'insegnante, stabilisce dei simboli per interagire con il testo. I simboli rappresentano emozioni, intenzioni, volontà dello studente. Per meglio rendere l'idea - e questo è il passaggio chiave del nostro discorso - riportiamo nella foto un REPERTORIO DI SIMBOLI che possono essere utilizzati.

Ci sono simboli che indicano piacere, interesse, dubbio, necessità di approfondire o di utilizzare il vocabolario.


2. A questo punto lo studente "approccia" alla pagina, al capoverso, al capitolo, in modo diverso rispetto a come è abituato a fare, segnando accanto al testo letto i vari simboli secondo le sue necessità o i suoi gusti.

3. L'insegnante, le prime volte in cui lavora in questo modo, può persino chiedere allo studente di riferire il contenuto studiato usando come guida esclusivamente i simboli che ha utilizzato al lato della pagina.

I risultati sono davvero sorprendenti: se fatto bene, il lavoro è utile per aumentare l'interesse negli studenti, accrescere la loro attenzione e concentrazione, migliorare il loro livello di comprensione del testo.

Chi scrive lo ha utilizzato in classe, notando davvero ottimi risultati. Provare per credere.

Apprendimento cooperativo

Questa attività si trasforma da utile a straordinaria quando si realizza in modalità cooperative.

Ecco come fare:

- Si formano coppie di studenti;

- A turno uno studente legge ad alta voce un capoverso; l'altro ascolta (leggendo a mente) e propone, al termine della lettura del compagno, quali simboli utilizzare accanto al testo. 

- Dopo una breve discussione la coppia assegna il simbolo - o più di un simbolo - a capoverso;

- Si prosegue a parti invertite: chi prima leggeva ad alta voce adesso ascolta il compagni che legge... e così via.

venerdì 11 dicembre 2015

Verifica di storia sulla caduta dell'Impero Romano d'Oriente e la Guerra dei cent'anni - Scuola secondaria di I grado

Verifica di storia sulla caduta dell'Impero Romano d'Oriente e la Guerra dei cent'anni, per la scuola secondaria di I grado (adatta ad una classe I o II).

La verifica mira a valutare le conoscenze sull'argomento e si compone dei seguenti quesiti (tra parentesi i punti, eventualmente, da assegnare ai quesiti per la valutazione):

- 7 quesiti Vero o Falso (7 punti da assegnare);

- 5 quesiti a risposta aperta (15 punti massimo; per ogni quesito 3 punti per risposta completa, 2 per risposta mancante di qualche elemento, 1 per risposta parziale, 0 per risposta errata);

- Una linea del tempo da completare (4 punti da assegnare, corrispondenti all'inserimento delle seguenti date, escludendo l'anno 0: 476 d.C., 1492 d.C., 1789 d.C, 753 A.C.).

Punti massimi da totalizzare: 26


giovedì 10 dicembre 2015

BES: materiali operativi in un CD gratuito per lavorare con gli alunni

Proponiamo in questo post un CD liberamente scaricabile realizzato in un lavoro di ricerca-azione da un gruppo di docenti della Direzione didattica del III circolo di San Remo.

Le autrici sono le insegnanti Isabella Marino, Antonella Pulvirenti e Paola Verrando.

Nel CD ci sono materiali cartacei e multimediali per lavorare in modo inclusivo, anche in forma ludica, nel piccolo e nel grande gruppo.

I materiali sono rintracciabili per tipo di competenza da potenziare, tramite un menu a tendina. Molti materiali sono manipolativi, nel senso che sono da stampare e ritagliare, magari plastificandoli per una più lunga durata.


mercoledì 9 dicembre 2015

IL DONO DEL TEMPO, di Alberto Pellai

Il dono del tempo

Sta per arrivare Natale. Ci affanneremo tutti per cercare regali per le persone a cui vogliamo bene o che ci hanno fatto del bene nel corso dell’ultimo anno. Riflettendo sulla mia vita e pensando alle persone che amo di più, ovvero la mia famiglia, io vorrei mettere sotto l’alberto un dono speciale: il tempo. Tempo da dedicare alle tante piccole cose che nella quotidianità costruiscono la forza dei legami affettivi, il significato delle relazioni intime che ci fanno bella la vita. Ecco: vorrei avere tempo da regalare a tutti quelli che amo e che mi hanno voluto bene. Lo racconto in questa breve filastrocca. Se siete sempre travolti dalla mancanza di tempo, se conoscete qualcuno che dice sempre “Non ho tempo”, “Magari avessi il tempo” condividete questo post. Regalategli queste parole. Magari, pensandoci un po’ su, lo aiuteranno a regalarsi un po’ di tempo per le cose belle della vita. E a donarlo alle persone che ha accanto.

C’è un regalo assai speciale 

che vorrei questo Natale
voglio il tempo come dono 
così avrò il vostro perdono
per le volte che non c’ero 
per il vostro volto nero
nel sapere che papà 
questa sera non verrà.
un impegno sul lavoro 
mi ha rubato al vostro coro
di Natale con la scuola 
Così mamma viene sola
a sentire il vostro canto
ma nessuno ha visto il pianto
di un papà che nel suo cuore
infinito ha il dolore
di non esser lì con voi
ma con tanti falsi eroi
che di impegni mi fan pieno
così io mi sento alieno.
perché mentre sono qui
vorrei esser con voi lì.
A Natale voglio in dono
Tempo ed il vostro perdono
Per aver mancato al coro
A causa di questo lavoro
Che se fossi un mago io
Farei sì, ma a modo mio.