giovedì 28 dicembre 2017

40 lettori su cento in Italia. Indovinate quanti sono in Norvegia? Il quadro desolante della nostra Penisola

C'è poco da commentare. Davvero poco.
Viene considerato "lettore" colui che legge almeno un libro nell'arco di un anno; l'Italia da questo punto di vista fa davvero pena: nel 2016 abbiamo avuto il 40,5% di lettori (42% nel 2015). Un numero straordinariamente basso. Tra questi pochissimi lettori, le donne sono il 47,1%, mentre gli uomini appena il 33,5%. 


Soltanto 14 italiani su 100 possono essere considerati lettori forti, con circa 12 libri letti nell'arco di un anno (una media di un libro al mese). 
Dal punto di vista geografico si ripresentano, anche in questo caso, le due Italie, quella del Nord e quella del Sud: nelle regioni meridionali i lettori sono il 27,5% (meno di uno su tre!), mentre nel Nord-Est si raggiunge il 48,7%, la percentuale più alta del Paese.

Cosa succede negli altri Pesi europei?
Bastano soltanto due esempi per rendersi conto di quanto l'Italia sia indietro: la Norvegia ha il 90% di lettori, la Spagna supera il 60%

Da dove nasce la passione per i libri?
Pare che un ruolo fondamentale lo giochi la famiglia: i ragazzi lettori già nella fascia d'età compresa tra gli 11 e i 14 anni lo sono perché imitano i loro genitori appassionati di libri. 

A nostro parere, però, la scuola non fa quello che dovrebbe. Del resto, chi diverrebbe influire sul determinismo sociale dovuto ad un contesto di partenza depresso se non l'istituzione scolastica, che dà, o dovrebbe dare, opportunità e strumenti a chi non ha condizioni di partenza adeguate all'emancipazione culturale e personale?

Se è vero, come è vero, che la lettura è il viaggio di chi non può prendere un treno,  allora siamo davvero un Paese di gente sedentaria, nelle idee, nella creatività, nel brio mentale che solo la lettura può dare. 


Post ispirato ad un articolo del Corriere della Sera del 28.12.2017

Fede, ragione, verità: riflessioni del filosofo Emanuele Severino - Sapiens Sapiens

Il video proposto in fondo è un collage di riflessioni del filosofo Emanuele Severino sul tema "fede e ragione", che potrebbe essere espresso anche con la dicitura "fede o ragione". Si può utilizzare anche in classe come spunto per lezioni o discussioni (è un video di circa 16 minuti). Ne facilita la visione la suddivisione in capitoli, introdotto dal quesito fondamentale (sono in tutto 11) a cui il filosofo risponderà nei minuti successivi. In sintesi i capitoli del video: - Perché anche il cristianesimo rientra nell'alienazione che caratterizza la storia dell'Occidente? - Perché c'è stata la rottura tra il pensiero di Emanuele Severino e la Chiesa? - La fede è un dono? - Cos'è la fede? Come può aiutare? - Il Cristianesimo e la Chiesa riconoscono DAVVERO un potere politico che sia contrario ai precetti evangelici? - Il "nocciolo" e il limite del pensiero della Chiesa - Qual è l'origine della fede cristiana? E' innata o indotta? - Come definire in maniera sintetica il rapporto tra ragione e fede?I limiti dell'approccio cristiano (IMPORTANTE!) - "Fede e verità" oppure "fede o verità"? - Cos'è l'uomo? Può l'uomo conoscere la verità? - Non esiste un padrone (Dio) e un servo (Il mondo) che scaturisce dall'azione e dalla volontà del padrone: l'eternità insita in ogni cosa




mercoledì 27 dicembre 2017

Ebook gratuito: "Dispersione Scolastica, ascoltare i protagonisti per comprenderla e prevenirla"

Il libro che proponiamo in questo post è curato da Federico Batini e Marco Bartolucci, ed è disponibile sul sito dispersione.it

Fornito gratuitamente dal noto Editore Franco Angeli, l'ebook ha 142 pagine e rientra nella collana DIscuTerE, che si propone di fornire gli strumenti riflessivi e operativi per i professionisti che agiscono negli svariati e differenziati campi e contesti educativi.

Di seguito riportiamo l'indice del libro, che gli interessati possono scaricare ai link segnalati alla fine del post

- Introduzione
di Federico Batini

- Un panorama desolante
di Federico Batini

- Ascoltare studenti, insegnanti, dirigenti: che cos'è la dispersione?

- Si nasce di legno o ci si diventa? Il mito dell'intelligenza come dono di natura

- Il progetto Orientadropout - leggere, orientare, raccontare la scuola per uscire dalla dispersione

- Pollicino e tutti gli altri: studenti "speciali" che si perdono nel bosco

- Dispersione scolastica e devianza minorile in Italia: che cosa può un insegnante?

- 1990-2015: Una lunga storia di analisi e progetti di intervento a contrasto della Dispersione Scolastica. Dove abbiamo sbagliato?




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martedì 26 dicembre 2017

Motivazione, come trovarla in 6 semplici passaggi - Sapiens Sapiens

Un breve video di un paio di minuti che illustra una semplice tecnica, tratta dalla PNL, su come trovare la motivazione quando proprio ... non ti va!

L'immaginazione, che è uno strumento molto potente del cervello, ci aiuta se e quando utilizzata adeguatamente. Questo video è soltanto uno degli esempi di applicazione.

I giovani e il valore della sconfitta - Educare Narrando

Il titolo del post non è virgolettato poiché è stato estrapolato dal contenuto del testo che segue, una bellissima riflessione sul valore della sconfitta; tema, questo, che è più volte apparso nelle cronache recenti quando si parla di giovani, studenti, ragazzi di diverse età che non reggono la sconfitta, che non sopportano gli insuccessi, soprattutto se incalzati da adulti apprensivi, da contesti estremamente competitivi e "veloci", dove l'errore è un lusso che pare non potersi permettere. 

E allora la conseguenza di questa percezione alterata, ma spesso non ingiustificata, sono gesti eclatanti, estremi, a volte, purtroppo, tragici.
Le parole che seguono ci aiutano a riflettere sul valore morale della sconfitta onesta.


Penso che sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta.
Alla sua gestione.
All'umanità che ne scaturisce. 
A costruire un'identità capace di avvertire una comunanza di destino, dove si può fallire e ricominciare senza che il valore e la dignità ne siano intaccati.
A non divenire uno sgomitatore sociale, a non passare sul corpo degli altri per arrivare primo.
In questo mondo di vincitori volgari e disonesti, di prevaricatori falsi e opportunisti, della gente che conta, che occupa il potere, che scippa il presente, figuriamoci il futuro, a tutti i nevrotici del successo, dell'apparire, del diventare. 
A questa antropologia del vincente preferisco di gran lunga chi perde.
E' un esercizio che mi riesce bene.
E mi riconcilia con il mio sacro poco.



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