giovedì 23 maggio 2019

Insegnare a prendere appunti: il metodo Cornell o "delle 6R"

Prendere appunti è un'importantissima abilità attraverso cui selezioniamo, registriamo e cataloghiamo informazioni che riteniamo rilevanti per il nostro studio. 

Possiamo prendere appunti in varie circostanze: mentre assistiamo a lezioni (spiegazioni in classe, seminari, conferenze, laboratori, workshop), mentre leggiamo dei libri, mentre studiamo, mentre organizziamo il nostro ripasso.

A questo proposito, una tecnica che merita particolare attenzione per la sua efficacia e per l'ampia possibilità di utilizzo è il METODO CORNELL, conosciuto anche come METODO 6R. Si tratta di un metodo elaborato nel 1989 da Walter Pauk, docente nell'università di Cornell, e successivamente utilizzato in tutto il mondo.

Apprendere il metodo Cornell è piuttosto facile e consente agli studenti di utilizzarne i benefici fin da subito, applicandolo anche insieme ad altre tecniche (come ad esempio la creazione di mappe).

Innanzitutto, alla basa del metodo Cornell c'è l'utilizzo di uno specifico foglio di appunti, Che chiamiamo Foglio di Cornell 

mercoledì 1 maggio 2019

Insegnare (e imparare) a studiare: il metodo PQ4R di Thomas e Robinson


Il metodo che proponiamo in questo post prende il nome di PQ4R perché, si capisce bene leggendo di seguito, riprende le lettere iniziali delle parole che caratterizzano ogni sua fase.

Poiché spesso si ha bisogno di insegnare ai propri studenti a studiare, e di fatto è una necessità inderogabile che permette di ottimizzare il loro potenziale in termini di tempo ed efficacia, questo metodo può fare al caso del docente che abbia questa necessità.

METODO DI STUDIO PQ4R DI THOMAS E ROBINSON

P di Preview, ossia Pre-visione. Scorri il testo e osservane la struttura, i paragrafi, gli eventuali “grassetti”, i grafici, le immagini ecc.

Q di Questions, ossia Domande. Chiediti che cosa stai per leggere, perché può esserci quel titolo, quell’immagine, che cosa può essere accaduto, quando, dove e perché. Insomma, impara a fare delle ipotesi.

R (1) di Read, ossia Leggere. Leggi il testo e verifica le tue ipotesi. Puoi anche sottolinearlo. Ricordati di controllare i termini che non conosci.

R (2) di Reflect, ossia Riflettere. Prova a mettere in relazione quello che hai appena letto con altre informazioni che possiedi già.

R (3) di Recite, ossia Ripetere. Ripeti, senza rileggere.

R (4) di Review, ossia Rivedere. Rivedi il capitolo e soffermati sui concetti che ti sembrano più importanti. Puoi anche evidenziarli con colori più vivaci.



domenica 28 aprile 2019

Sai fare l'insegnante? Scopri qui, con un test Erickson, quanto sei inclusivo

L'insegnante che ci sa fare, quello bravo, è inclusivo: questo è l'approdo della pedagogia contemporanea, e tale principio dovrebbe trovarci tutti d'accordo. Nella "polisemia" della vita di classe, nella varietà delle necessità educative, l'inclusione è l'unico modo che abbiamo per fare scuola in modo efficace.

Includere non vuol dire adattare la necessità del singolo ad una struttura data, ma modificare la stessa struttura educativa a misura di tutti gli inclusi. Tutti, perché tutti gli studenti hanno il bisogno educativo speciale per cui è necessaria l'inclusione.


Su questo blog ne abbiamo parlato a lungo e continueremo ad affrontare l'argomento.
Di seguito riportiamo un link che rimanda ad un test da effettuare on line, della durata di pochi minuti, che ci segnala, attraverso quesiti mirati, quanto è inclusivo - e quindi efficace - il nostro modo di fare lezione.


Troppo poco, a volte, dedichiamo del tempo ad esaminare il nostro lavoro, a fare delle autoanalisi su quanto sia effettivamente valido ciò che facciamo e quanto lo siano le nostre scelte didattiche.

IL TEST DI SEGUITO CI PERMETTE DI AVERE UNA PANORAMICA DEL NOSTRO MODO DI FAR LEZIONE E DELLA SUA EFFICACIA.

A seconda dei risultati, possiamo in modo mirato aggiustare il tiro, insistere su ciò che trascuriamo e migliorare quello che già facciamo.

La garanzia è data da chi propone il test: l'Editore Erickson che non ha bisogno di presentazioni.

sabato 13 aprile 2019

GESTIONE DELLA CLASSE IN MODO INCLUSIVO

Materiali liberamente scaricabili relativamente al corso  INCLUSIONE E BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Questionario: scopri il tuo profilo di insegnante inclusivo




- 1A. Sociogramma di Moreno
- 1B. Proposte attività cooperative
- 1C. Cooperative Learning: 10 suggerimenti per non sbagliare
- 1D. Compiti di ruolo e compiti di mantenimento
- 1E. Kagan - Campi e strutture: tavola sinottica
- 1.F Kagan - Campi e strutture
- 1G. La carta a T

Attività Cooperativa: Jigsaw sull'Apprendimento Cooperativo

- 2A. TEST - Il mio modo di fare lezione
- 2B. Insegnante migliore, peggiore e ideale
- 2C. Norton - Stili comunicativi
- 3A. Mappa mentale e concettuale - ESEMPI
- 3B. Mappa mentale e mappa concettuale - Differenze Teoriche 
- 3C. Mappa concettuale da testo di storia
- 3D. Mappa concettuale SVOLTA da testo di storia
- 3E. Esercizio mappa mentale 
- 4A. ADHD - Sintomi e criteri diagnostici
- 4B. Probelm Solving e attività metacognitive
- 4C. Le intelligenze multiple
- 4D. Sternberg: stili di autogoverno
- 4D1. STILI DI AUTOGOVERNO - IMPLICAZIONI
- 4D2. Stili di autogoverno e tipologie di verifica
- 4E. I principali stili cognitivi
- 5A. Metodo di studio PQ4R di Thomas e Robinson 
- 5B. Insegnare ai DSA un metodo di studio
- 5C. Prendere appunti con il METODO CORNELL
- 5D. Questionario sugli STILI ATTRIBUTIVI

Guida alla compilazione di PEI e PDP: SOFIA dell'EDITORE ERICKSON
Pagina ufficiale SOFIA Erickson 

martedì 2 aprile 2019

L'insegnante peggiore, il migliore e quello ideale secondo gli studenti: ecco il risultato di uno studio


Riportiamo di seguito i risultati di un interessante studio che ha coinvolto un gruppo di studenti della scuola secondaria.

L’obiettivo principale del lavoro (Giampietro M., Daffi G., 2003) che qui viene presentato è stato quello di approfondire, con studenti delle scuole medie superiori di 1° e 2° grado, quali sono le caratteristiche che essi ritengono vadano ad identificare lo stile comunicativo dei loro insegnanti in classe.
La prima fase della ricerca è stata effettuata attraverso l’utilizzo di focus group, coinvolgendo un campione di 40 soggetti, di età compresa tra i 15 ed i 19 anni di due istituti superiori di Milano e provincia. Sono stati condotti quattro focus group, ognuno con 10 soggetti, nelle scuole frequentate dagli studenti. Nei focus group si è articolata una discussione su come i docenti comunicano in classe. Si è puntato ad un confronto che andasse ad individuare una serie di espressioni, aggettivi, termini, proposizioni, che potessero definire, da parte degli studenti, le caratteristiche comunicative dei loro insegnanti, quali aspetti caratterizzano, o hanno caratterizzato, l’insegnante migliore e il peggiore incontrati durante la propria carriera scolastica. Alla fine gli studenti hanno compilato un profilo dell’insegnante ideale



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