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venerdì 7 ottobre 2022

Esame di Stato 2022/2023: candidati interni ed esterni, quando e come presentare domanda di partecipazione

 È tempo di presentazione delle domande di partecipazione per l’Esame di Stato 2022-2023: la nota 24344 del 23 settembre scorso, infatti, fissa tempi e modalità di presentazione delle domande per i candidati interni e per gli esterni.

Per i candidati interni dell’ultima classe, il termine di presentazione delle domande è fissato al 30 novembre 2022.
Per i candidati interni della penultima classe (abbreviazione per merito), il termine di presentazione domande è il 31 gennaio 2023.
Per i candidati esterni la presentazione domande è fissata fra il 2 novembre 2022 – 30 novembre 2022.
Tali candidati dovranno cessare la frequenza prima del 15 marzo 2023.

Leggi la nota 24344 del 23 settembre 2022

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domenica 31 ottobre 2021

Oriana Fallaci ricorda la maturità: "Alcuni professori sostenevano che ero pazza o immatura ... "

E quando mi presentai alla prova scritta, il tema di italiano, non ricordavo neanche chi fosse Dante Alighieri. I miei piedi erano ghiacci, lo stomaco contratto mi rimandava in bocca il sapore dello zabaglione che la mamma mi aveva imposto per tirarmi su, l'angoscia mi  strozzava. Ma poi ci  comunicarono il tema: “Il concetto di patria dalla polis greca ad oggi”. E fu peggio che dar fuoco alle polveri delle mie infantili rivolte, delle mie infantili utopie. Il freddo sparì, insieme al sapore di zabaglione, l' angoscia dileguò.

Brandii la stilografica, mi gettai come un lupo ringhioso sul foglio protocollo, e questo (più o meno) è il riassunto di ciò che scrissi per otto colonne piene.

<<Patria, che vuol dire patria. La patria di chi? La patria degli schiavi e dei cittadini che possedevan gli schiavi? La patria di Meleto o la patria di Socrate messo a morte con le leggi della patria? La patria degli ateniesi o la patria degli spartani che parlavano la stessa lingua degli ateniesi però si squartavano tra loro come molti secoli dopo avrebbero fatto i fiorentini e i senesi, i veneziani e i genovesi, i fascisti e gli antifascisti? E' da quando ho imparato a leggere che mi si parla di patria: amor patrio, orgoglio patrio, patria bandiera. E ancora non ho capito cosa vuol dire.
  
Anche Mussolini parlava di patria, anche i repubblichini che nel marzo del '44 arrestarono mio padre e fracassandolo di botte gli gridavano se-non-confessi-domattina-ti-fuciliamo-al-Parterre. Anche Hitler. Anche Vittorio Emanuele III e Badoglio.
 Era patria la loro o la mia? E per i francesi la patria qual è? Quella di De Gaulle o quella di Pétain? E per i russi del '17 qual era? Quella di Lenin o quella dello zar? Io ne ho abbastanza di questa parola in nome della quale si scanna e si muore. La mia patria è il mondo e non mi riconosco nei costumi e nella lingua e nei confini dentro cui il caso mi ha fatto nascere. Confini che cambiano a seconda di chi vince o chi perde come in Istria dove fino a ieri la patria si chiamava Italia sicché bisognava uccidere ed essere uccisi per l'Italia ma ora si chiama Iugoslavia sicché bisogna uccidere ed essere uccisi per la Iugoslavia. Invece di darci il tema sul concetto di questa patria che cambia come le stagioni, perché non ci date un tema sul concetto di libertà. La libertà non cambia a seconda di chi vince e chi perde. E tutti sanno cosa vuol dire. Vuol dire dignità, rispetto di sé stessi e degli altri, rifiuto dell'oppressione. Ce l'hanno ricordato le creature che sono morte in carcere, sotto le torture, nei campi di sterminio, dinnanzi ai plotoni di esecuzione gridando viva la libertà, non viva la patria...>>.

Successe un finimondo. Alcuni dei professori che componevano la commissione esaminatrice sostenevano che ero pazza e immatura, altri che ero savia e insolitamente matura. Vinsero i secondi e mi dettero dieci meno.

Oriana Fallaci

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