Ringrazio fin da subito il prof. Pellai che concede a questo blog la possibilità di utilizzare i suoi interventi. Anche stavolta, sulla sua pagina Facebook egli propone una riflessione utilissima rispetto alla circostanza, incresciosa, della bocciatura di un figlio, evidenziandone i risvolti psicologici, gli errori di valutazione e persino le opportunità che si nascondono sotto un insuccesso o, meglio, un "incidente di percorso".
La bocciatura viene vista, il più delle volte, come un fallimento, da cui spesso i ragazzi e le famiglie fanno fatica a riprendersi. Il prof. Alberto Pellai, noto psicologo, psicoterapeuta, docente universitario e autore di molti libri, affronta la questione sulle pagine del blog nostrofiglio.it, in un articolo curato da Alice Dutto.
All'articolo il professore premette questa riflessione, a cui faremo seguire il link che rimanda all'intervento completo.
"La bocciatura di un figlio viene vissuta in molte famiglie come un fallimento. I genitori a volte pensano di non essere stati mamme e papà adeguati, capaci di sostenere nel giusto modo il percorso scolastico del figlio. Molti ragazzi vivono la propria bocciatura non come un “incidente di percorso”, ma come un vero e proprio fallimento personale. E si sentono sbagliati, facendo fatica a credere di nuovo nelle proprie potenzialità. La scuola stessa vive le bocciature dei propri alunni come un insuccesso della propria proposta educativa. La bocciatura rappresenta certamente un momento di stallo, crea disagio e deve essere oggetto di riflessione, ripensamenti, riprogettazione. Ma non è un fallimento. E’ un evento critico che, se ben affrontato, può addirittura portare con sé molte cose buone. Molti ragazzi dopo una bocciatura fanno un vero e proprio salto di qualità nel loro percorso scolastico. Per esempio, alcuni grazie alla propria bocciatura, “riorientano” il proprio progetto e con il cambio di indirizzo e l’iscrizione ad un nuovo corso di studi trovano finalmente la propria strada. Altri si attrezzano e desiderosi di non voler più fare sbagli, riflettono sul proprio metodo di studio e lo modificano, innovandolo completamente, raggiungendo finalmente il successo e i traguardi sperati. Altri infine, comprendono che la vita è fatta anche di fatica. E che la bocciatura sanziona uno stile di impegno e studio troppo disimpegnato e disincantato, distratto e poco motivato che non semplicemente porta ad un fallimento scolastico, ma che, contestualizzato al proprio percorso di vita, potrebbe portare in futuro ad altre fatiche e a scarso successo. E quindi, consapevoli del proprio errore, perché ne hanno riscontrato le indesiderate conseguenze, riaggiustano la “mira” e si mettono di nuovo a centrare l’obiettivo dello studio e del profitto. E imparano a fare la fatica di fare fatica.
In generale la bocciatura non è mai un fallimento. E’ un’occasione di riflessione e ripensamento. E’ un evento critico, che come ogni crisi, porta con sé molte opportunità e potenzialità."
In generale la bocciatura non è mai un fallimento. E’ un’occasione di riflessione e ripensamento. E’ un evento critico, che come ogni crisi, porta con sé molte opportunità e potenzialità."
L'ARTICOLO è TRATTO DALLA PAGINA FACEBOOK DI ALBERTO PELLAI PER CONCESSIONE DELL'AUTORE.
LA PAGINA LA TROVI AL LINK RIPORTATO IN BASSO:
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