lunedì 30 novembre 2020

Per gli alunni con cittadinanza non italiana serve il PDP?


Il quesito riportato nel titolo è frequente. Per fare chiarezza riportiamo la risposta di seguito:

Con la Nota prot. N° 2563 del 22 Novembre 2013
, il Miur si è espresso anche riguardo agli alunni con cittadinanza non italiana, chiarendo che:

“In particolare, per quanto concerne gli alunni con cittadinanza non italiana, è stato già chiarito nella C.M. n° 8/2013 che essi necessitano anzitutto di interventi didattici relativi all’apprendimento della lingua e solo in via eccezionale della formalizzazione tramite un Piano Didattico Personalizzato. Si tratta soprattutto – ma non solo – di quegli alunni neo arrivati in Italia, ultra tredicenni, provenienti da Paesi di lingua non latina (stimati nel numero di circa 5.000, a fronte di oltre 750.000 alunni di cittadinanza non italiana) ovvero ove siano chiamate in causa altre problematiche. Non deve tuttavia costituire elemento discriminante (o addirittura discriminatorio) la provenienza da altro Paese e la mancanza della cittadinanza italiana. Come detto, tali interventi dovrebbero avere comunque natura transitoria.”

Nel febbraio del 2014, il Miur diffuse Le Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri al fine di favorire l’integrazione e la riuscita scolastica e formativa degli alunni stranieri, dando indicazioni di carattere organizzativo e didattico, specificando quanto segue:

  • Possibile adattamento dei programmi per i singoli alunni;
  • Elaborare un PDP solo in via eccezionale;
  • Valutazione che tenga conto, per quanto possibile, della loro storia scolastica precedente, degli esiti raggiunti, delle caratteristiche delle scuole frequentate, delle abilità e competenze essenziali acquisite;
  • Non abbassare gli obiettivi ma adattare gli strumenti e le modalità con cui attuare la valutazione;
  • In sede di esame finale primo ciclo possibile presenza, nel caso di notevoli difficoltà comunicative di docenti o mediatori linguistici competenti nella lingua d’origine per facilitare la comunicazione.

Le Linee Guida, inoltre, pongono l’attenzione sulla necessità di contrastare i ritardi scolastici, a causa del disagio prodotto (differenza di età, demotivazione, costi per il sistema scolastico, rischio di abbandono precoce, elusione del diritto/dovere a conseguire una qualifica).

Fonte da cui è estrapolato il testo:
https://www.orizzontescuola.it/pdp-entro-il-30-novembre-in-quali-casi-si-redige-indicazioni-per-alunni-stranieri/

E se togliessimo i voti? - Considerazioni di un'insegnante sulla valutazione

Il testo che proponiamo di seguito è una riflessione di una collega, pubblicata sulla bacheca del suo profilo Linkedin. Mi ha fatto riflettere sul ruolo e il senso del voto; non che non lo facessi già, ma talvolta questo tipo di riflessioni vanno riproposte ciclicamente ad interruzione delle routine fagocitanti che ci rendono quasi degli "automi".
La mia considerazione viene però di conseguenza: ciò che la collega lamenta, e cioè una valutazione antica da una parte e l'assenza di valutazioni che considerino anche il processo e che considerino "
quanto altro ci sia da valutare", forse trova soluzione in qualcosa che non dobbiamo reclamare, ma che già c'è. Mi riferisco alla didattica per competenze, alla valutazione di lavori collaborativi, all'uso di rubriche di valutazione, che per loro natura non comunicano sterili voti, ma quel "tanto altro" che c'è nei processi di apprendimento. Il fatto è che, forse, non lo usiamo abbastanza o non abbastanza bene.
 
Buona lettura, e magri diteci cosa ne pensate.
 Grazie a Cristiana per il suo contributo e la sua riflessione

 
Di Cristiana Caserta, insegnante 

Chat infuocate nei giorni precedenti l'incontro della Preside con i coordinatori.

Nuova dirigente, ognuno vuole fare bella figura esponendo la 'situazione della (propria) classe'.


(Con te? Come sono? Verifiche fatte? Assenze? La telecamera la tengono accesa?) 


La mia classe pare la peggiore. Sono rassegnata... fino a sera fioccano lamentele.

Finché... la luce!


- E se togliessimo i voti?


Dice una collega, nota per la sua severità


Sì. La DaD fa emergere quanto di anacronistico e insensato c'è nel voto...

Quanto altro ci sia da valutare, che il voto non dice. Quanto la valutazione sia legata a pratiche - il compito fatto in due ore, sotto lo sguardo poliziesco e inquisitore del docente - troppo 'scolastiche' per poter resistere fuori dall'edificio 'scuola'.

Se approfittassimo della situazione per introdurre altri tipi di feedback? E chiedessimo prove più vicine a quelle della vita extra scolastica?

Io ho assegnato il tema e loro dovranno consegnarmelo entro sabato. Intanto abbiamo fatto diversi step, progettazione, letture, stesura di capoversi etc..

Fornirò un feedback preciso e dettagliato, sulla scrittura e sul contenuto. 

Ma il voto non farà passare in secondo piano tutto il resto? 





venerdì 27 novembre 2020

Esercizi on line sull'uso della punteggiatura, per la DAD o in presenza


Insegnare a scrivere correttamente è sempre una gran faticaccia.

Insegnare la punteggiatura lo è doppiamente: "sentire" le pause, dare la giusta intonazione, far "respirare" adeguatamente il testo, leggerlo a mente; si tratta di competenze fondamentali, ma difficili da insegnare.
Il trucco è ... insistere, insistere, insistere. Far scrivere, far leggere, rileggere, far scrivere di nuovo, finché lo studente non "sente" ciò che scrive, finché il testo non avrà quella musica che gli è propria.

Di seguito propongo 5 esercizi da svolgere on line, o da far ricopiare sul quaderno (al limite), sull'uso dei punti, delle virgole. Ciascun insegnante valuti se sono adatti o no ai propri alunni. Buon lavoro!

1.Nel brano riportato sono stati dimenticati i punti fermi. Lo studente deve inserirli dove ritiene opportuno, ripristinando anche le maiuscole.

2.Nel brano riportato mancano virgola, punto fermo, punto esclamativo, puntini di sospensione. Lo studente deve la punteggiatura mancante, ripristinando le maiuscole dove occorrono.

3. L'esercizio riporta delle frasi che possono essere divise in due frasi distinte, separate da un punto. In ogni frase, occorre sottolineare la parola che chiude la prima frase e farla seguire da un punto + lettera maiuscola.

4. Esercizio on line sulla punteggiatura (? ! .), utile per la DAD e non solo

5. Inserire le virgole opportune 

6. Inserire nel brano dato 11 virgole e 5 punti.

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Raccolta di schede didattiche di grammatica e analisi logica

Analisi logica in Dad o in presenza, raccolta di esercizi on line su tutti gli argomenti


 

giovedì 26 novembre 2020

No ragazzi, non è stato il 2020. È stata la cocaina


- Buondì ragazzi! Avete sentito della morte di Maradona?

- Sì, prof... 'sto 2020 è un disastro

Qui si accende la lampadina, quando la retorica del momento rischia di spostare l'attenzione da qualcosa di molto serio ad una goliardica narrazione collettiva, quella che vuole il 2020 come l'anno della sfiga totale.

E così prendo la palla al balzo, proprio come avrebbe fatto, molto meglio di me, il campione argentino.

- No, ragazzi. Non è stato il 2020; è stata la cocaina, è stato l'alcol, è stata una vita totalmente sregolata vissuta all'estremo.

E la morte di Maradona diventa così uno stimolo, in classe (o a distanza, come nel mio caso), per parlare con gli studenti di cose serie: dell'uso degli stupefacenti, dell'abuso dell'alcol e di come queste sostanze ti portino nella tomba prima del tempo.
 Di come il 2020 in sé non abbia alcun potere: è un'astrazione, un periodo di tempo a cui noi uomini abbiamo dato delle coordinate arbitrarie. Non è niente di più: l'anno 2020 del nostro calendario non ha capacità di agire, non è uno spirito.
Semmai noi, individui appartenenti alla specie umana, abbiamo la possibilità di discernere, scegliere e di autodeterminarci.

Talvolta, come in questo caso, agli insegnanti tocca la prosa, mentre i media e il mondo osannante al "pibe de oro" preferiscono la versione poetica, certo più edulcorata e affascinante.

La storia di Maradona, se mettiamo da parte quello straordinario e ineguagliato talento sul rettangolo verde, è stata una vicenda umana di solitudine, schiavitù, dolore, eccessi, dipendenze, tradimenti. È stato un uomo spesso solo, senza coordinate esistenziali, miseramente ingenuo, con poca cultura e pochi strumenti intellettuali. Un eroe decadente che, tanto più il mondo lo innalzava a mito, tanto più collassava nella sua dimensione esistenziale.

Guardando ieri sera il documentario in cui si raccontava a Kusturica, ho visto un uomo profondamente infelice, smarrito, al di là dell'incenso che un mondo stordito dall'epica del calcio gli tributa. Ho provato compassione più che ammirazione. Ho visto una vittima anziché un eroe.

Insomma, oltre al gol all'Inghilterra o alla punizione leggendaria contro la Juventus, è lecito chiederci seriamente se il Maradona uomo ci piaccia; ed è giusto, allo stesso modo, spostare l'attenzione dei giovani dalla gloria mediatica, che cattura e affascina, alla più concreta e meno appariscente vicenda umana, che in questo caso è triste, tragica.  

È giusto interrogarsi sul senso della vita, sulla felicità dell'uomo, sulla gloria, sulle dipendenze, sui falsi miti.

Talvolta la scuola ha il diritto di picconare e sgretolare impietosamente ciò che per il mondo è leggenda e riportare l'attenzione sull'unica cosa che conta: l'esistenza delle persone.

mercoledì 25 novembre 2020

Esercizi on line sulla punteggiatura, utile per la DAD e non solo


Di seguito, oppure cliccando sul link in basso, si viene ricondotti ad un esercizio da svolgere on line sulla punteggiatura. Riguarda l'uso del punto esclamativo, interrogativo e il punto fermo. Adatto per la scuola primaria.

martedì 24 novembre 2020

Analisi logica in Dad o in presenza, raccolta di esercizi on line su tutti gli argomenti

Esercizi on line di analisi logica.
Trovate di seguito una serie di esercizi da svolgere on line direttamente da PC, telefono o tablet.
Si tratta di risorse sempre utili, ma in modo particolare lo sono per la DAD.
Al termine dell'esecuzione degli esercizi il programma fornisce le soluzioni.

lunedì 23 novembre 2020

Esercizi sulla punteggiatura in DAD, da fare e correggere al pc

Ci sono molto utili in questo periodo risorse del genere: assegnare un esercizio multimediale tramite PC ci permette di guadagnare tempo e ci facilita la correzione.

Di seguito, ai tre link in basso, riporto alcuni esercizi sull'uso della punteggiatura, utili per la scuola primaria fino al biennio delle superiori (se siamo fortunati).

Per svolgere gli esercizi basta semplicemente fornire i link. Non serve neppure registrarsi.
Il programma fornisce gli errori al termine della compilazione, su cui si può discutere con gli studenti.

Esercizio n. 1 - Punteggiatura

Esercizio n. 2 - Punteggiatura

Esercizio n. 3 - Punteggiatura

domenica 22 novembre 2020

L'insegnante è un manager: organizzare la classe con il Sociogramma di Moreno

Quando pratichiamo la didattica collaborativa, e dovremmo farlo tutti, abbiamo bisogno di gestire il gruppo classe in modo intelligente e funzionale: organizzare le forze, valutare gli equilibri, scegliere le leadership e così via...

Il sociogramma di Moreno fa al caso nostro. Utilizzarlo all'inizio dell'anno scolastico, soprattutto quando l'insegnante entra in una nuova classe, permette di avere a disposizione in poco tempo il quadro delle relazioni della classe, da cui partire per la gestione delle coppie o dei gruppi di lavoro. Usarlo ci consente di evitare molti errori di valutazione, di avere dati precisi anziché quelli "a sensazione": a guadagnarci sono la serenità dell'insegnante e della classe, oltre che l'efficacia dei gruppi.

Come usarlo lo vediamo nel video che segue, tratto dal canale Sapiens Sapiens associato a questo sito e a cui vi chiediamo, se vi fa piacere, di iscrivervi

Insegnante Manager: organizzare la classe con il sociogramma di Moreno

Nel video vediamo come usarlo.


Cos'è il Sociogramma di Moreno?
La definizione la prendiamo da Wikipedia:

Il sociogramma di Moreno, anche chiamato rilevazione sociometrica, è un metodo di osservazione indiretta usato particolarmente nelle scienze dell'educazione e nelle analisi sociali. Il questionario sociometrico serve per analizzare la posizione di un individuo all'interno di un gruppo, fornire informazioni sulla situazione del gruppo e individuare i leader e gli emarginati.

(Per approfondire:
 
https://it.wikipedia.org/wiki/Sociogramma_di_Moreno#:~:text=Il%20sociogramma%20di%20Moreno%2C%20anche,educazione%20e%20nelle%20analisi%20sociali. )

giovedì 19 novembre 2020

Saltare le interrogazioni nella DAD: ecco come ci fregano i nostri studenti


Cari colleghi, care colleghe ... oddio, così sembro quasi Mattarella che parla alla nazione.

No, cambio stile e ne uso uno più adatto al contesto.

Raga’, non facciamoci frega’. Mi spiego: ho appena scoperto che esistono diversi trucchi, davvero raffinati e tecnologici, che gli studenti possono usare per evitare le attività in didattica a distanza, specialmente le interrogazioni. E sono così raffinati che non è facile scoprirli.
Dopo aver visto il video credo che esista un solo modo per non farsi fregare: chiedere agli studenti, prima della verifica orale (o interrogazione, se preferite chiamarla così), di condividere il loro schermo e, all’occorrenza, chiedere di visualizzare l’area del browser in cui ci sono le estensioni? 

Ma di cosa sto parlando? Ecco, non serve che io lo scriva, perché lo studente, nel video che ho incorporato in basso, le spiega tutte per filo e per segno.

Insomma, può capitare di cascarci come dei salami senza sapere che il nostro studente la sa mooooooolto più lunga di noi.

Buona visione e, se sapere come venirne fuori, commentate in basso con utili suggerimenti.

Buona Dad a tutti! 

VAI AL VIDEO OPPURE GUARDALO IN BASSO

martedì 17 novembre 2020

Classroom: come valutare i quiz (anche a risposta aperta) e inviare i risultati

Anche stavolta abbiamo censito il tutorial che riteniamo migliore: rapido, chiaro, efficace.


Questo video ci spiega sostanzialmente 4 cose:

- Come assegnare un compito a quiz (con diverse tipologie di domande, cioè aperte, chiuse, a risposta multipla...);
- Come riconsegnarlo dopo aver attribuito il punteggio;
- Come importare i voti su Classroom (dal modulo con cui abbiamo somministrato il quiz);
- Come restituire anche il voto, dopo aver trasformato il punteggio.

Se vi interessa soprattutto come importare i voti (è ciò che, in questo ambito, viene richiesto più spesso) potete andare direttamente al minuto 6:05 del video.

Il video puoi vederlo cliccando qui:
Come valutare i quiz in Classroom e inviare i risultati

Oppure DIRETTAMENTE IN BASSO:

domenica 15 novembre 2020

La CARTA T, uno strumento didattico per insegnare le abilità sociali (e non solo)

Quando si fa didattica collaborativa, e dovremmo farla tutti, è fondamentale che gli alunni abbiano delle adeguate abilità sociali, che nella vita di tutti i giorni servono per interagire con i nostri "prossimi". 
Gli studenti in cooperative learning, per esempio, devono saper rispettare ruoli assegnati, turni di parola, volume della voce; devono saper accogliere idee altrui, valorizzare i compagni (se e quando serve), intervenire con pertinenza...
Tutte queste abilità collaborative e di convivenza non sono innate, ma si insegnano, si apprendono oppure si modificano o si perfezionano.
L'insegnante, a questo punto, può utilizzare un valido strumento, che prende il nome di CARTA T, per insegnarle e con cui è possibile creare un repertorio da utilizzare all'occorrenza.

In fondo alla pagina riporto il link che rimanda ad una CARTA T, con due esempi di compilazione.

Di seguito, invece, riporto il Video (tratto dal canale associato a questo sito, a cui vi invito ad iscrivervi: Sapiens Sapiens) che spiega in cosa consiste lo strumento e come usarlo.
Buona visione.


venerdì 13 novembre 2020

Testo ON LINE, a riempimento, sull'uso della punteggiatura


 L'esercizio che segue è un testo di media difficoltà: consiste in un testo, tratto dal libro di Louis May Alcott "Piccole donne", in cui mancano i segni di punteggiatura ed è adatto alla scuola primaria e alla secondaria di I grado.

All'uopo può essere usato anche con alunni BES o L2 nella scuola superiore.

giovedì 12 novembre 2020

Io, di fronte a un vecchio “non più utile allo sforzo produttivo di un Paese” che muore solo, taccio - Di Elena Agostini


Di Elena Agostini, insegnante 
 
Mi sono chiesta spesso se Manzoni oggi avrebbe mai potuto scrivere della Madre di Cecilia, una donna “dalla bellezza offuscata e velata ma non guasta”, “il cui aspetto annunciava una giovinezza avanzata ma non trascorsa”, tratteggiata con poetico struggimento mentre affida al turpe monatto la sua bambina, morta di peste, “adorna come per una festa promessa da tanto tempo”.

Chissà. Se il padre della madrelingua, quella che ci permette di esprimerci ogni giorno, fosse vissuto ai tempi dei social, magari avrebbero dato anche a lui del “covidiota”, del collaborazionista, del complice in una truffa che solo gli intelletti fini scorgono. E i suoi lettori sarebbero stati tacciati di cecità e torpore delle meningi offuscate dal terrore.
Ho osservato lungamente gli avveduti analisti delle notizie, snocciolare numeri e cifre così come si fa con i pistacchi durante le sagre estive. Secondo i grandi luminari che mi è capitato di leggere qua e là nel fantastico mondo di Facebook, a settembre l'opera del governo era quella di inoculare terrore nei poveri cittadini, dando conto solo del numero dei positivi e tenendo colpevolmente segreto il numero dei tamponi. Poi, però, hanno iniziato a dire con precisione certosina anche il numero quotidiano dei tamponi e fare percentuali, ma, ovviamente, ai dietrologi della realtà parallela non è bastato lo stesso. Perché è chiaro: “se aumenti i tamponi, aumentano anche i positivi”. E questa sottolineatura aveva la stessa carica di intelligenza di chi affermasse che la febbre dipende dal fatto che te la misuri e quindi dal termometro, mica dal fatto che ce l'hai.
Poi è venuto il momento dei confronti con i numeri di marzo. Qualcuno giurava che non c'era paragone. Lì contavamo 5000 positivi al giorno e 700 morti, a ottobre contavamo 15.000 positivi e 100 morti, quindi, suffragati e corroborati dalla scienza esatta di emeriti scienziati come Bossetti e Zangrillo, in molti hanno preferito credere che "la carica virale era ormai ridotta e il virus era clinicamente morto".
Sarebbe bastato accendere 5 minuti il cervello per capire che i numeri falsi, e al ribasso, erano quelli di marzo, non quelli attuali, ma è molto più confortevole credere sempre a quel che fa più comodo.
E nel frattempo, mentre si consumava una odiosa, sconcertante, vergognosa battaglia ideologica, politica, mediatica intorno al virus e alle sue conseguenze, la gente ha continuato a morire.
Ieri abbiamo sfiorato 600 decessi.
E mi son chiesta spesso se quelli che ironizzano, blaterano di complotti e si sentono in diritto di dare patenti di intelligenza al prossimo ce l’avessero un amico che lavora in ospedale. Un medico, un infermiere, qualcuno che, lontano dal circo mediatico, potesse dar loro conto di ciò che sta veramente succedendo in Italia.
Ho toccato con mano lo strazio di chi è da solo in una corsia d’ospedale che non sa se ce la farà e per conforto ha solo l’umanità di un medico gentile, ho ascoltato gente giovane narrare della sua fame d’aria, conosco amici che al dolore di aver perso un padre, morto da solo in una terapia intensiva, hanno dovuto aggiungere anche il dolore di non poterlo accompagnare nel suo ultimo viaggio.
Ho visto la fila di ambulanze fuori dall’ospedale della mia provincia e mi chiedo dove abbiano guardato i reporter d’assalto de sto par de ciufoli che in questi hanno aumentato l’entropia dell’etere con improbabili reportages sul fatto che “era tutto tranquillo, era tutta una bufala”.
Rifletto sul senso della misura, su quello della vergogna, sulle parole che non bisognerebbe dire, sul vomito livoroso di chi ha sempre tutte le risposte, sulla violenza del tutti contro tutti, sugli sciacalli che non si fermano di fronte alle tragedie umane, su chi continua a parlare mentre bisognerebbe solo tacere, perché le parole pesano, le parole hanno un senso, Manzoni lo insegnava e lo insegna, per questo ce lo hanno fatto leggere a tutti.
E di fronte a un vecchio che muore solo accasciato sulla sedia di un pronto soccorso in attesa di un ricovero che non è mai arrivato, io riesco solo a stare zitta.
Perché su quella sedia avrebbe potuto esserci uno dei miei genitori, uno zio, il nonno di qualche mio amico, i vecchi che hanno fatto l’Italia e ne reggono anche oggi il peso con la loro generosità e i loro sacrifici.
Ecco, io di fronte a un vecchio “non più utile allo sforzo produttivo di un Paese” che muore solo, taccio, avvolta nel senso di impotenza che mi assale.
E dell’insopportabile rumore di fondo provocato dal chiacchiericcio e dallo scuotersi agitato delle nostre vite incapaci di fare un passo un po’ più in là, non riesco proprio a sopprimere la nausea.

Pensare con la propria testa? No, cari studenti, rischiate di fare più danni che utile - La riflessione di una prof.

La riflessione di un'insegnante sul "pensare con la propria testa", su tutti i limiti che una tale affermazione trova nella società della conoscenza. Forse occorre prima conoscere, studiare, informarsi, poi pensare con la propria testa e poi dire cosa si è pensato.
Buona riflessione

**************
 
C'era un tempo in cui esortavo gli studenti a pensare con la propria testa, a "uscire dallo stato di minorità", rifiutando l'indottrinamento e ricercando da soli la verità, le soluzioni possibili ai problemi, le informazioni.

Da qualche tempo, invece, ho smesso di esortare i ragazzi in questo senso. Qualche giorno fa mi sono ritrovata ad elogiare la figura di Pitagora, che nella propria scuola non dava diritto di parola a chi non sapeva. E ho detto loro senza troppi giri di parole che se non conoscono a sufficienza un argomento, devono imparare a stare zitti e ad ascoltare.

Forse è perché mi guardo intorno e a perdita d'occhio vedo i danni che il "pensare con la propria testa" fa. Specie da quando il "pensare con la propria testa" è stato accompagnato dalla possibilità di laurearsi su Google.

Esistono teste bacate, poco alfabetizzate, incapaci di scegliere le proprie fonti di informazione, di usare gli strumenti logici minimi che consentano loro di compiere un ragionamento corretto.

E poco democraticamente ormai penso che queste teste dovrebbero smetterla di pensare "mentula canis modo", trincerandosi dietro la libertà di parola e di opinione, e avere l'umiltà di tacere, ascoltare e lasciar prendere le decisioni importanti a chi ne sa di più.

E. L.

mercoledì 11 novembre 2020

Video lezione ed esercizi sui monosillabi accentati, sia ON LINE che su schede da scaricare


Per esperienza ho imparato che i materiali che seguono sono validi dalla classe prima della scuola primaria fino all'università ... e anche dopo.

Praticamente i monosillabi li sbagliano tutti, o quasi, persino nei titoli del TG1 (testimone oculare); questo non vuol dire che dobbiamo gettare la spugna. Ogni anno, finché non smettono di sbagliare, dobbiamo martellare gli alunni con queste regole, perché ne va della loro competenza linguistica e del prestigio della lingua italiana. 

lunedì 9 novembre 2020

Classroom: come correggere compiti in PNG, JPG o PDF

Impossibile che non sia mai capitato almeno una volta a chi usa la G-Suite: lo studente consegna il compito in PDF o, ancora peggio, invia direttamente la foto del suo foglio. Amen.
Come fare a correggerlo senza spaccare il monitor a testate? 
Tranquilli, si può fare, e anche facilmente.

A questo punto distinguiamo: il compito può essere un testo, scritto in modo sostanzialmente ordinato con un'immagine chiara che rispetta perfettamente i margini, oppure può essere disordinato, storto, o contenere disegni o frasi o, ancora, senza rispettare il rigo orizzontale né i margini.

Dopo aver setacciato a lungo le varie risorse abbiamo scelto i video tutorial migliori che fanno al caso nostro.
Rispetto al primo caso va benissimo il primo dei due video che riportiamo in basso: si tratta della modalità più semplice per fare il nostro lavoro e per la quale è sufficiente il semplice mouse.

Nel secondo dei due, invece, vengono proposte tecniche un pochino più elaborate e sono utili per correggere i file che rientrano nella seconda delle due tipologie descritte sopra. In questo caso, però, il lavoro si può fare se si è provvisti di un pennino su tavoletta grafica, altrimenti serve più tempo con risultati poco precisi.

domenica 8 novembre 2020

"Qui l'accento ci va?": semplici trucchi per non sbagliare i monosillabi accentati (video)

Si tratta di uno dei crucci di chi scrive mail, di chi compila il curriculum, di chi si interfaccia con una persona colta, di chi sta scrivendo un compito di italiano (di Maturità, magari).
Molti amici mi scrivono: "Sto rispondendo al capo. Ma su "da" l'accento ci va?". Non scherzo, cose del genere capitano almeno una volta ogni 15 giorni.

C'è da dire anche che persino molti insegnanti commettono questi errori, anche perché forse non si sono mai posti il problema.

 Eppure proprio di errori si tratta e pure abbastanza gravi: commetterli significa non riconoscere la categoria grammaticale, cioè la parte del discorso, a cui la parola usata appartiene. Ma per non sbagliare, al di là che si conoscano o meno le categorie grammaticali, si può fare ricorso a semplici espedienti per togliersi ogni dubbio e scrivere correttamente.

Nel video che segue mi sono divertito a suggerire 7 semplici trucchi più una regola grammaticale (suvvia, non serve uno sforzo sovrumano!) per non sbagliare i monosillabi. Spero che al termine del video, lo studente, o chiunque voglia scrivere correttamente in italiano, si senta più sollevato e sicuro di sé (da notare l'accento su sé, in questo caso :) )

Colgo l'occasione per invitarvi anche ad iscrivervi al canale Sapiens Sapiens, che è associato a questo blog.
Un abbraccio a tutti.

Vai al video:

"Qui l'accento ci va?" Semplici trucchi per non sbagliare gli accenti nei monosillabi

Oppure guardalo in basso:

sabato 7 novembre 2020

Griglie di valutazione su Classroom, come crearle e come usarle in pochi click

Questo articolo si rivolge a tutti i colleghi che hanno bisogno, nell'utilizzo di Classroom sulla piattaforma Gsuite, di valutare gli elaborati degli studenti tramite griglie di valutazione (o rubriche di valutazione; in qualche caso coincidono).

Ho cercato in lungo e in largo e alla fine ho trovato il video tutorial che, tra gli altri, reputo il migliore. La fatica è proprio questa, trovare i tutorial migliore in mezzo alla valanga di cui è piena la rete. E non è facile.

Questo video è breve, chiaro e ha un vantaggio: suggerisce un modo non solo per applicare le griglie su Classroom, ma anche per crearle in pochi click.

Negli ultimi minuti del video, difatti, c'è uno spazio dedicato al sito "Rubistar", un sito che raccoglie centinaia di rubriche di valutazione elaborate da insegnanti di tutto il mondo.
"Ma se sono scritte in lingue diverse dall'italiano come faccio ad usarle?".

 La domanda è legittima, la risposta è semplice: con un traduttore simultaneo della pagina, allegato allo stesso sito, si rende la griglia in lingua italiana in pochi click.
 Da lì all'inserimento nella griglia di Classoom ci vorranno pochi altri secondi.

Il video, inoltre, descrive tre modi di fruizione di una griglia su Classroom: importandone una già fatta, creandola da zero oppure riutilizzandone una già usata. Il tutto in pochi click.

Griglie di Valutazione in Classroom: Tutorial passo passo facile e veloce!

mercoledì 4 novembre 2020

Concorso Nazionale Libertà, Diritti, Doveri: cittadinanza italiana e appartenenza Europea


 Riportiamo dal sito ufficiale del MI:

I edizione Concorso nazionale per la promozione di percorsi di educazione alla Cittadinanza globale, attiva e solidale ispirati al Manifesto di Ventotene per l Europa Unita, ai valori della nostra costituzione, ai luoghi e agli episodi che hanno contribuito alla nascita dell Italia democratica

  • Regolamento Concorso nazionale 19649.02-11-2020.pdf

  • Nota protocollata a firma DG Palermo 19656.02-11-2020.pdf

  • ALLEGATO A ISCRIZIONE_19656.02-11-2020 .docx

  • ALLEGATO B PARTECIPAZIONE_19656.02-11-2020.docx

  • Allegato C PUBBLICATO_19656.02-11-2020.pdf

"In molti casi andrà così: studenti al cazzeggio e poi tutti promossi" - lo sfogo di un’insegnante


Lo sfogo di un'insegnante sul ritorno alla DAD, memore di ciò che accadde lo scorso anno.

*********************** 

A chi dice che la "didattica" a distanza non è male, a chi dice che in fondo anche in altri periodi, per altri motivi, bambini e ragazzi si sono trovati SENZA scuola (ricordano la seconda guerra mondiale, o il post-terremoto in Irpinia per chi lo ha vissuto in prima persona), a tutti questi , ecco, vorrei rispondere con chiarezza. 

Vedete, la situazione era MOLTO diversa, perché allora nessuno prese in giro bambini e ragazzi dando ad intendere che non stavano perdendo nulla! Questo è il problema più grave e più gravido di conseguenze nefaste. 

Ora chi ha responsabilità politiche, a tutti i livelli, afferma che "la scuola NON si ferma", mentre la scuola si ferma eccome! E i ragazzi ora sanno già come andrà: tutti promossi d'ufficio, dopo mesi spesi come ognuno vuole. Qualcuno studierà, la minoranza; gli altri si dedicheranno al cosiddetto "cazzeggio"... Dunque, oltre a NON imparare, avranno anche la loro "buona" lezione di educazione civica, con la dimostrazione pratica (senza parole, che non contano qui) che l'impegno è vano, che non conviene darsi da fare, che per gli adulti ciò che conta è che non disturbino. 

I loro fratelli più piccoli sono al sicuro nella scuola parcheggio, con le maestre- babysitter, e loro non rompano le scatole! Si inebetiscano davanti a tv e pc e stiano buoni... che c'è chi sta peggio!

F. N.

martedì 3 novembre 2020

Ministero. Valorizzazione eccellenze, risorse finanziarie assegnate alle scuole per studenti licenziati con 100 e Lode


Riportiamo dal sito ufficiale del Ministero dell'Istruzione: 

Assegnazione risorse finanziarie da destinare alle scuole secondarie di secondo grado, statali e paritarie, per gli studenti che hanno conseguito il diploma nell anno scolastico 2019-2020 con la votazione di 100 e attribuzione della lode

Circolare prot. 19667 del 02 novembre 2020.pdf

Scuola secondaria, un enorme archivio di video lezioni da utilizzare nella DAD/DDI

Riporto di seguito un nutrito elenco di video lezioni e materiali didattici vari da utilizzare nella scuola secondaria di I o II grado.

Le video lezioni sono suddivise per discipline e per argomenti. In più accanto ad ognuna è specificato il livello di difficoltà (facile, medio, alto).

Fornisco di seguito un prospetto delle discipline trattate nella risorsa in modo tale che il lettore possa farsi un'idea dei contenuti che troverà cliccando al link in basso:

- Grammatica
- Antologia
- Video letteratura
- Tipologie testuali
- Letteratura testi
- Storia
- Geografia
- Educazione civica

lunedì 2 novembre 2020

Un saluto al caro Gigi (e ad altre celebrità morte il giorno del loro compleanno)

È scomparso da qualche ora il grandissimo mattatore Gigi Proietti, attore, comico, imitatore, doppiatore, amato da tutti gli italiani. Ci lascia un vuoto enorme, in questo 2020 funesto, e se ne va con un’ultima “mandrakata”: ci lascia il giorno del suo compleanno. Ironizzava spesso sul fatto di essere nato il 2 di novembre, il Giorno dei Morti, e adesso forse da lassù rincarerà la dose per essere morto lo stesso giorno, quello del suo 80 esimo compleanno. 

Eppure tra i personaggi famosi non è l’unico che ha avuto questo particolare destino. 

Abbiamo individuato alcuni grandi la cui morte è avvenuta il giorno del loro compleanno:

William Shakespeare, il celebre drammaturgo inglese, nasce a Stratford-upon-Avon nel 1564 e sempre lì muore nel 1616. Nasce e muore lo stesso giorno: il 23 aprile.

Lo stesso vale per Franklin Delano Roosevelt Jr, che nasce il 17 Agosto del 1914 e si spegne a 82, sempre il 17 di agosto.

Tra le celebrità che hanno lo stesso particolare destino c'è anche la bellissima attrice Ingrid Bergman, che nasce a Stoccolma il 29 agosto del 1915 e si spegne a Londra nel 1982, lo stesso giorno: il 29 agosto.

Una menzione particolare la merita però Jim Newell, un pioniere dell’informatica durante la seconda Guerra mondiale. Questi morì a 103 anni, e già il fatto non e poi così comune. “Complimenti!”, potremmo dire. Ma il fatto curioso è che morì esattamente lo stesso giorno e alla stessa ora in cui era nato, l’11 ottobre alle ore 12.

Vite celebri, insomma, ma anche morti particolari.

Su questa particolare coincidenza, tra l’altro, la rivista Focus pubblica un interessante studio, secondo il quale, per una serie di ragioni, morire il giorno del proprio compleanno non sarebbe affatto così insolito né strano.

Leggi qui: Un buon giorno per morire? Il tuo compleanno!

A parte questa digressione, con questo post vogliamo dare il nostro saluto commosso e grato al grande Gigi Proietti, che ricordiamo con il video seguente in cui sbeffeggia alcuni insegnanti di lettere alle prese con la declamazione di poesie.
Grazie Gigi, sentiremo la tua mancanza. 

Gigi Proietti, la Poesia e i Professori


domenica 1 novembre 2020

Considerazioni razionali su Charlie Hebdo, del prof. Tommaso Di Brango

 


Di Tommaso Di Brango, docente di lettere nella scuola secondaria di II grado

Considerazioni razionali su Charlie Hebdo: 

a) la satira consiste nel mettere pubblicamente alla berlina, con linguaggi artistici, qualcuno o qualcosa. Non ci si deve dunque sorprendere se è (almeno potenzialmente) offensiva, perché a nessuno piace essere deriso o veder deriso ciò a cui tiene; 

b) da ciò segue che chiedere a Charlie Hebdo di non essere offensivo è come chiedergli di non essere quello che è, e cioè un foglio satirico. Ma c'è anche da dire che chiedere ai suoi bersagli di non offendersi è un po' come volere che si facciano insultare in silenzio;

c) ovviamente offendersi non significa aprire il fuoco o tagliare la gola al primo che passa. Una simile equivalenza possono stabilirla solo dei terroristi o degli intellettuali da salotto. Offendersi significa, piuttosto, non apprezzare le azioni di chi - in questo caso coi mezzi della satira - passa con insolenza sopra a ciò a cui, legittimamente, si tiene;

d) dire che Charlie Hebdo provoca la violenza islamista è come dire che una donna in minigonna "si è andata a cercare" una violenza sessuale o che Salvini, con la sua retorica anti-migratoria, "si è andato a cercare" l'aggressione di qualche migrante;  

e) la violenza islamista viene scatenata da organizzazioni terroristiche che - in questi frangenti - sfruttano il risentimento di chi vive nelle banlieues e di chi ha subito (e in forme indirette continua a subire) il colonialismo francese. Va da sé che una persona sana di mente non trasformerebbe questo risentimento in violenza terroristica: ma purtroppo i pazzi esistono.

L’ultima frontiera Radical Chic: denigrano Halloween, ma campano di Mac, cinese e Black Friday

 

La festa di Halloween rientra in una generalissima colonizzazione culturale che da quando esiste l’uomo e le civiltà si verifica in tutto il pianeta. 2000 anni fa, del resto, i colonizzatori eravamo noi, e Orazio racconta che ancora prima i colonizzatori di quel tempo  (i Romani) erano stati colonizzati dai Greci (Graecia capta ferum victorem cepit). C’è qualcuno, in genere il più forte, che esporta la propria cultura ai danni del più debole e, in misura minore, ne resta a sua volta influenzato. È una legge naturale.

Se Halloween non piace, ed è legittimo, perché non appartiene alla nostra cultura, allora non dovrebbero piacere il Mc Donald’s, il Black Friday, il linguaggio dell’informatica, lo yoga, il Judo, il Karate, l’Aikido, i ristoranti cinesi, giapponesi, tailandesi, il commercio per corrispondenza (che nasce negli USA), lo studio delle lingue straniere, la camicia con il collo alla coreana e, udite udite, persino Babbo Natale; allo stesso modo, dovremmo smettere di esportare pizza, spaghetti, vestiti e musica con il mandolino nel resto del pianeta, perché il “valore della cultura autoctona”, se è tale, deve valere anche per gli altri. 

Poiché chi denigra Halloween mangia tranquillamente al cinese, compra le azioni della Apple, il figlio da scheletro o da strega ce lo veste lo stesso, ma a Carnevale, e poi segue lezioni di yoga o di karate, e magari all’estero per rifarsi la bocca va in un ristorante italiano, è legittimo pensare che costoro sono l’ultima frontiera di un bigottismo radical chic che sostituisce quello più manifesto del “sincretismo culturale” a tutti i costi. Due facce della stessa medaglia, tra cui questa seconda pare molto più incoerente e infondata della prima.

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