venerdì 29 maggio 2020

"Psiche, scuola e società ai tempi del Covid19", un'intervista al dottor Marco Paolemilli

Eleonora Bertolino, insegnante e giornalista, ci fornisce questa interessante intervista al dottor Marco Paolemilli, Psichiatra e Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Dottore di Ricerca in Neuroscienze clinico sperimentali e Psichiatria sul tema riportato nel titolo: "Psiche, scuola e società ai tempi del COVID-19"


Mascherine, guanti, distanziamento sociale: questi i tre slogan che ormai da qualche settimana si possono leggere ossessivamente in ogni angolo d’Italia, dalle strade ai cartelli fuori dai negozi, dai ristoranti e bar ad ogni luogo di aggregazione sociale. L’Italia è ripartita a rilento, si sta piano piano risollevando da un incubo durato tre mesi ma che ancora non ha fine: la fase due si porta dietro problematiche economiche, sociali e psicologiche che solo ora stanno affiorando in tutta la loro tragicità.

Ogni settore della società è stato sconvolto e si è dovuto riorganizzare in qualche modo con conseguenze spesso deleterie per l’intero popolo italiano: dalle attività in proprio alle aziende, dallo sport alla cultura, dalla scuola al divertimento ma non solo. Ognuno di noi ha subito uno stravolgimento totale della propria vita che ci ha cambiati per sempre. Cosa ne sarà di noi esseri umani abituati alla totale libertà e obbligati, da tempo, a seguire regole ferree per la salvaguardia delle nostre vite? Cosa è cambiato realmente? E ancora…Cosa accadrà nell’immediato futuro alla società?

Abbiamo voluto indagare meglio e chiedere un parere medico a chi, di mente e di psichiatria, se ne intende molto bene.

Il Dottor Marco Paolemili è Psichiatra e Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Dottore di Ricerca in Neuroscienze clinico sperimentali e Psichiatria, docente del corso di Psichiatria nel Corso di Scienze Infermieristiche dell'Università di Roma "Tor Vergata",  Dirigente Medico di I livello presso il Dipartimento di Salute Mentale della ASL Roma 3, Presidente e fondatore dalla Onlus "Mens Sana" per la salute e il benessere mentale, che si occupa di assistenza psicologica e psichiatrica per minori, famiglie e adulti.La sua esperienza come Psichiatra e Psicoterapeuta riguarda in modo particolare i disturbi dell'umore, i disturbi d'ansia, le dipendenze, i disturbi psicotici, e i disturbi legati all'invecchiamento (memoria, demenza, depressione dell'anziano).

Dal mese di marzo 2020 la vita di molti italiani è stata totalmente stravolta. Dalla totale libertà si è passati ad una sorta di arresto domiciliare complessivo. Il popolo intero si è ritrovato chiuso in casa a causa della pandemia causata dal Covid19, questo strano e nuovo virus che è piombato in Europa improvvisamente e senza preavviso (o almeno così ci hanno informati).

Se all’inizio il popolo italiano ha accettato senza problemi il periodo di reclusione forzata, riscoprendo il valore della famiglia, del focolare domestico, la voglia di cucinare, stare con i figli, i cartelli “Ce la faremo, andrà tutto bene, distanti ma vicini”, i canti sul balcone, il senso di unione ravvisabile su tutti i social, dopo qualche settimana tutto questo per molti si è trasformato in prigionia. L’assenza di libertà totale, la privazione dello sport, il divieto di vedere amici, parenti, congiunti: pian piano tutto è diventato un incubo.

Le chiedo, dunque, quali siano state le prime conseguenze a livello psicologico di questa “detenzione” forzata: perché il popolo all’inizio ha reagito bene ma con il tempo tutto è cambiato? Quali processi si sono innescati nella psiche?

«Gli esseri umani non sono fatti per passare tutto il loro tempo nella propria abitazione, siamo degli animali sociali, fin dall’alba dei tempi abbiamo basato la nostra sopravvivenza e la nostra incredibile evoluzione sui rapporti sociali. Basti pensare che il ritiro sociale, la riduzione o l’annullamento dei rapporti sociali sono sintomi di gravi patologie psichiatriche, come le psicosi o la depressione maggiore. La nostra esistenza, così come il nostro cervello, sono stati privati di stimoli fondamentali in questo periodo di lockdown, andando incontro a disagio psicologico. Lo stress psicologico delle restrizioni, accompagnato alla comunicazione istituzionale e non, riguardo alla pandemia, caratterizzata da messaggi inquietanti, discordanti, catastrofici hanno prodotto emozioni e sentimenti di ansia, paura, rabbia e impotenza. Non abbiamo avuto certezze, soprattutto perché gli esperti non avevano ancora compreso sufficientemente come si sarebbe evoluta la situazione dei contagi e di conseguenza neanche le istituzioni hanno potuto reagire con provvedimenti che infondessero sicurezza o percezione di capacità di gestire l’emergenza. La paura è una emozione molto potente, che se non controllata può portare a conseguenze molto gravi, personali e sociali. Se parti per una corsa senza sapere quando questa finirà, è inevitabile non sapere come dosare le forze. Il tempo passava, la situazione non migliorava, risposte ferme non ne arrivavano. Le energie così, intese come speranza, unione, collaborazione, si sono esaurite in fretta e hanno lasciato il posto alla fisiologica risposta che ha l’essere umano in una fase di pericolo: ansia. La mancanza, di conseguenza, di stimoli positivi ha portato alla consapevolezza dell’impotenza e della impossibilità di progetti futuri: depressione».

Parliamo di famiglie e scuola. Immediatamente dopo lo scoppio della pandemia, è iniziata questa famosa DaD, didattica a distanza. Tanti gli errori commessi all’inizio, la totale confusione tra genitori e docenti, la dispersione degli alunni. Dopo le difficoltà iniziali, le cose sono migliorate ma sono aumentanti i disagi familiari: molti genitori, infatti, si lamentano che i figli sono stressati, che non riescono a seguire le lezioni online, che stanno subendo, in alcuni casi, danni psicologici. Quanto c’è di vero nelle parole dei genitori? E in quelle dei docenti? Cosa è stato veramente sbagliato sin dall’inizio in questa forma di insegnamento innovativa? Troppa permissività, tanta confusione, poca esperienza da parte degli insegnanti o dei genitori? Se si può parlare di colpe, a chi attribuirle? Alle famiglie, ai docenti o alle tecnologie? Come cambierà la scuola italiana dopo tutto questo?

«I bambini hanno una grande capacità di memorizzare e apprendere, ma anche una bassa durata dell’attenzione. La didattica a distanza, che esiste da molti anni, è stata progettata e attuata con successo per gli studenti più grandi. Le università prestigiose hanno ottimi corsi a distanza e anche le scuole superiori più avanzate ne avevano già ideati da anni. Per individui più piccoli però, l’ambiente scolastico, l’interazione sociale è stata sempre fondamentale per l’apprendimento. La capacità di attenzione è, appunto, il problema. Impossibile pensare che un bambino di tre anni, ma anche uno di otto, possa stare ore al computer (tra l’altro non abbiamo sempre detto che non era salutare passare troppo tempo davanti a uno schermo?). Già conoscevamo i limiti della didattica formale tradizionale, trasportarla e veicolarla poi attraverso uno schermo era un disastro annunciato. Programmi di educazione a distanza per i più piccoli dovevano essere creati con contenuti interattivi, con stimoli diversi, realtà aumentata, giochi. Lo sapevamo già. Di cartoni animati, programmi televisivi, app per smartphone e tablet e per PC di questo genere ne esistono da diversi anni e funzionano bene. Pensare di mettere una telecamera davanti a una insegnante e trasformare la cucina o la camera da letto dell’alunno in una scuola, è impensabile. Non ci sono colpe da attribuire a qualcuno in particolare. Nessuno si aspettava una pandemia di questo genere e anche con più lungimiranza non saremo stati in grado di organizzare un sistema complesso in poche settimane. Probabilmente se la scuola italiana fosse stata più al passo con i tempi (le statistiche internazionali sono anni che ci avvisano di come stiamo perdendo terreno nell’istruzione, perché abbiamo sistemi di apprendimento obsoleti, non al passo con i tempi) sarebbe stato più facile introdurre questi cambiamenti forzati. La scuola cambierà se avrà la volontà e l’umiltà di andare a guardare le eccellenze che già abbiamo nel nostro paese e se applicherà quello che si fa in altri paesi europei».

Il Covid19 ha messo in ginocchio l’intera economia italiana. I primi suicidi non sono tardati ad arrivare. Sui social ovunque si intravedono dirette di persone disperate pronte a commettere reati. Per non parlare dell’aspetto sociale: per le imminenti riaperture si parla di divisioni, limitazioni e distanze poco facili da rispettare, in ogni settore. Cosa ci dobbiamo aspettare? Forse il coronavirus ha semplicemente innescato un malessere che da anni serpeggiava nella società? Quali sono e quali saranno i danni e le conseguenze a livello sociale, antropologico, psicologico e psichiatrico causati dalla pandemia? Come cambierà l’uomo dopo tutto questo?

«I disturbi depressivi legati alla perdita del lavoro e alle difficoltà economiche sono già emersi e saranno più evidenti nei prossimi mesi. Chi uccide il Covid19? Le persone che hanno già situazioni di fragilità di alcuni organi e sistemi immunitari compromessi. L’Italia era già compromessa prima dell’avvento del virus e subirà danni perché non ha “difese immunitarie” e sistemi di compenso in grado di far fronte alla situazione. I reati sono già aumentati, in questo periodo di difficoltà economica, in mancanza di aiuti adeguati da parte dello Stato, molte persone si sono dovute rivolgere agli usurai, rafforzando così ulteriormente la malavita organizzata. Le risorse economiche che il paese dovrà mettere in campo, proprio a causa di un sistema già in crisi, dovranno essere ingenti, ma non mi pare che il Governo stia prendendo in considerazione di riallocare risorse che ha (paghiamo le tasse più alte del mondo) facendo perdere privilegi a chi già ne ha. Vi saranno più disturbi psichiatrici da trattare, a causa di queste difficoltà sociali ed economiche, ma il sistema sanitario nazionale, nelle condizioni in cui è, non sarà in grado di affrontarli da solo. Per fortuna esiste il terzo settore, esistono tanti professionisti privati pronti a intervenire, molte persone si rivolgeranno a loro e questo salverà la società. Non credo tuttavia che l’uomo cambierà molto, forse rispetteremo di più alcune norme igieniche e sarà un bene perché si diffonderanno meno malattie, ma di cambiamenti esistenziali non ne vedremo molti. Con il tempo le restrizioni e i distanziamenti spariranno, torneremo a fare una vita normale. Tutto sommato è giusto così, questa, come tutte le altre pandemie, aiuteranno la scienza e la medicina a trovare nuove soluzioni, miglioreranno la nostra vita senza che noi (a parte gli addetti ai lavori) ce ne accorgeremo. È giusto che sia così. Quale insegnamento dovremmo trarre da questo brutto periodo? Che la vita va vissuta attimo dopo attimo, che il futuro non è prevedibile e che rimandare a domani le cose a cui teniamo può essere una cattiva scelta».

 


lunedì 25 maggio 2020

Maturadio: 250 podcast a disposizione delle studentesse e degli studenti che sosterranno gli Esami

Parte da oggi ‘Maturadio’, il programma di podcast didattici promosso dal Ministero dell'Istruzione in collaborazione con Treccani e Rai Radio3. Un contenitore con lezioni facilmente accessibili per le studentesse e gli studenti che devono sostenere gli Esami finali del secondo ciclo. Si tratta di 250 puntate, divise in 10 discipline (Storia, Scienze, Storia dell’Arte, Italiano, Filosofia, Greco, Latino, Matematica, Fisica e Inglese), che saranno caricate da oggi e nei prossimi giorni sul sito del Ministero (https://www.istruzione.it/coronavirus/didattica-a-distanza.html), nella sezione dedicata di Treccani Scuola (https://www.treccaniscuola.it/) e su quella di Rai Radio 3 (https://www.raiplayradio.it/programmi/maturadio).

Sui siti dei partner dell’iniziativa ci saranno anche materiali aggiuntivi. Il Ministero caricherà tutti i podcast anche sul proprio canale Spotify che nasce oggi, in occasione del lancio di Maturadio, e che diventerà un nuovo strumento di condivisione di contenuti utili per studenti, insegnanti, docenti.

I contenuti, prodotti in una fase di piena emergenza, sono stati realizzati da esperti, docenti di scuola e universitari, scrittori, matematici, storici, fisici con un intenso lavoro di scrittura, revisione, speakeraggio e post-produzione che consentirà di offrire alle studentesse e agli studenti contenuti di qualità, pensati per accompagnarli fino alla prova orale dell’Esame, l’unica prevista quest’anno a causa dell’emergenza.

La lettura dei testi è stata affidata ad attori che hanno esperienza nel settore degli audiolibri, per rendere più familiari e fruibili le lezioni. Fra questi, Valentina Carnelutti, Fabrizio Gifuni, Valerio Mastandrea, Claudio Morici, Daniele Parisi, Gioia Salvatori, Giovanni Scifoni. La sigla è di Teho Teardo.

“Abbiamo voluto dare uno strumento in più a studentesse e studenti che quest’anno affrontano l’Esame di Stato in una condizione certamente straordinaria. Vogliamo essere loro vicini, accompagnarli nel percorso che li porterà fino al giorno della prova orale. Sono certa che tutti potranno dare il meglio di sé, anche in un anno così particolare - sottolinea la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina -. I podcast sono stati curati con grande attenzione da chi ci ha lavorato. Il Ministero ha voluto lanciare un progetto nuovo, alla portata dei ragazzi e ha potuto contare su collaborazioni di alto livello. Ringrazio tutti quelli che si sono spesi per questo obiettivo. Si tratta di uno strumento che rimarrà a disposizione di tutti, anche per i prossimi anni scolastici, e che potrà ulteriormente essere integrato”.

Le uscite dei podcast saranno accompagnate da appositi rilanci sui canali social. Per essere aggiornati, basterà seguire gli hashtag #maturadio e #maturitàventiventi.

giovedì 21 maggio 2020

Esami I Ciclo: due strumenti per la valutazione proposti da Franca Da Re



Il COVID-19 ci ha imposto di ripensare il nostro modo di fare lezione, di valutare e ci imporrà anche un modo nuovo di svolgere gli esami conclusivi sia del I che del II ciclo.

In questo post riportiamo due utili risorse per la valutazione in occasione dell'esame conclusivo del I Ciclo proposte da Franca Da Re sul suo sito.

Al link in basso si rimanda ad "una ipotesi di griglia per la valutazione dell’elaborato e della sua presentazione (artt. 3, 4 e 6 dell’OM n. 9) e una ipotesi di rubrica per l’attribuzione del voto finale (art. 7 dell’OM n. 9)."

Gli strumenti, aggiunge l'autrice, "sono ovviamente una mera proposta di lavoro e sono del tutto migliorabili e modificabili dai Collegi dei Docenti che li volessero prendere in considerazione"

STRUMENTI_VALUTAZIONE_ESAME


Fonte: http://www.francadare.it/wp/strumenti-per-la-valutazione-negli-esami-al-termine-del-primo-ciclo-a-s-2019-20/

"Riflessi di Scuola", guida per insegnanti efficaci con griglia per osservare e osservarsi - di Marco Renzi


Il volume illustra le esperienze degli insegnanti esperti, con lo spirito di chi vorrebbe essere una bussola, un sestante, un monitor di riferimento per tutti coloro che hanno realizzato e realizzano, in presenza ma anche a distanza, straordinarie ed efficaci pratiche didattiche, in ogni luogo e in ogni stagione.

 Allo stesso tempo si rivolge a chi aspira a diventare docente mettendo a lustro le strategie del lavoro d’aula sulla scorta delle indagini e delle sperimentazioni internazionali che disegnano la forma e i colori delle tecniche più efficaci.

E’ una guida per osservare e osservarsi - con griglia peerobservation for teaching inclusa - perché l’imitazione e l’auto-osservazione sono gli strumenti più a buon mercato - e aggiornati in tempo reale - per raggiungere i più alti livelli di qualità nella didattica.

Marco Renzi, insegnante di periferia tra Toscana, Marche ed Emilia Romagna

  
 
 Il Libro lo trovi qui

mercoledì 20 maggio 2020

Apowersoft: creare una video lezione per bambini mostrando lo schermo del pc


In questa fase di didattica a distanza, che non durerà ancora molto (per fortuna! :)), c'è a volte la necessità sia di registrare lo schermo del pc, sia di mostrarlo ai propri alunni, in modo che dall'altra parte possano vedere cosa accade sul monitor del pc dell'insagnante.
Come fare tutto questo?

Forniamo un video tutorial che mostrerà passo dopo passo come fare. Sarà semplicissimo!
Il video tutorial che abbiamo individuato è stato realizzato dal canale vanEducation 


Lezioni d'autore di filosofia: "La crisi delle scienze europee" di Edmund Husserl, spiegato da Stefano Bancalari

Caffèorchidea - Letteratura è mondo

Stefano Bancalari, docente di Filosofia Morale alla facoltà di Lettere e Filosofia La Sapienza di Roma, presenta «La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale» di Edmund Husserl.

"Giù la Corona": video favola per bambini, per aiutarli a superare la angosce


A differenza degli adulti che sanno esprimere il loro dolore, loro non sanno gestirlo se non attraverso l’attività ludica.

 Una video favola: perché? La favola aiuta il bambino a scoprire il proprio mondo interiore ed emotivo, avvalendosi di una forma giocosa che lo aiuta a gestire i sentimenti, anche quelli più complessi, e a comprendere le connotazione emotive terrifiche.

 Il bambino si proietta nel racconto, come su un foglio bianco da disegno, e si identifica  nei protagonisti dei racconti, entrando in contatto con le diverse emozioni sperimentate, imparando a riconoscerle, a nominarle e quindi gestirle.

Le fiabe, oltre ad affrontare tematiche di sviluppo, aiutano gli adulti a parlare con il bambino di situazioni più complesse: abbandoni, lutti, lacerazioni, conflitti, o epidemie, come quella che stiamo vivendo. Permette soprattutto di sperimentale un clima di fiducia verso il futuro e non lasciarsi abbattere dal presente.

 Come sosteneva Chesterton: “Le favole non dicono ai bambini che i draghi esistono. Perché i bambini lo sanno già. Le favole dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti”.

Giù la corona - La favola

venerdì 15 maggio 2020

Quest'anno possiamo destinare l'8x1000 all'edilizia scolastica. Facciamolo per la sicurezza di bambini, ragazzi e di chi ci lavora!


L'immagine è puramente esemplificativa 

Ci permettiamo di rivolgere un invito a tutti i lettori del nostro blog.

Abbiamo visto, in special modo in questi mesi, quanto sia importante investire nelle infrastrutture, tra cui ci sono le nostre bistrattate scuole. 

Nessuno meglio di noi insegnanti conosce la situazione di alcuni edifici scolastici e, in generale, della pessima situazione infrastrutturale scolastica. 

Da quest'anno è possibile destinare l'8x1000 (da non confondere con il 5x1000) direttamente all'edilizia scolastica e invito tutti i docenti a farlo, nella loro dichiarazione dei redditi.
Chi scrive lo ha appena fatto: basta richiederlo direttamente a chi si occupa di compilare la dichiarazione (CAF, commercialisti etc.) oppure farlo da sé se si è in grado.

La destinazione deve essere esplicita, cioè va "messa la crocetta" alla voce che indica la destinazione all'edilizia scolastica, altrimenti la quota, che comunque viene sottratta al lavoratore indipendentemente se voglia o meno, viene distribuita in base alla percentuale di coloro che hanno espressamente scelto la destinazione.

 Se lo facciamo tutti avremo migliaia, o milioni, di euro da destinare agli edifici che ospitano bambini, fanciulli, ragazzi, i nostri figli, i nostri nipoti. E in più i docenti potranno lavorare in maggiore sicurezza.

Se sei d'accordo, condividi ovunque questo post.

 Se vuoi informarti ecco COME FUNZIONA L'8X1000

mercoledì 13 maggio 2020

Primo ciclo, proposte di rubriche di valutazione per il giudizio globale e criteri per la valutazione

VALUTAZIONE DIRIGENTI SCOLASTICI: ASSEGNATI AI NUCLEI DI ...


Anche in questo casi ci rifacciamo ai preziosissimi spunti che ci dà Franca Da Re sul suo blog.

Rimandiamo difatti ad un suo articolo in cui, a partire dal D. Lvo 62/17, riferito al primo ciclo di istruzione, illustra criteri per la valutazione e propone rubriche di valutazione per il giudizio globale.

All'interno del suo intervento, a cui rimandiamo dal link in fondo, è possibile accedere alle seguenti risorse:

CRITERI_VALUTAZIONE_D_LVO_62_17


PROPOSTE DI RUBRICHE PER LA COSTRUZIONE DEL GIUDIZIO GLOBALE 06.05.2020


- Valutazione, come stanno le cose - Video lezioni di Franca Da Re


Per andare all'intervento completo di Franca Da Re su proposte di rubriche per il giudizio globale e criteri per la valutazione CLICCA QUI

martedì 12 maggio 2020

Concorso scuola e TFA sostegno: sintesi, tabelle, focus e schemi riepilogativi degli argomenti comuni

Segnaliamo il testo che Antonia Carlini, dirigente scolastica fortemente impegnata in attività di formazione, ha preparato come supporto alla preparazione per il concorso a posti di docente di sostegno e ai percorsi TFA di specializzazione

Il volume, edito in proprio, è in vendita su Amazon:


Di seguito la copertina e la presentazione:



Questo manuale è destinato a coloro che partecipano ai concorsi per posti di sostegno e ai percorsi TFA per il sostegno organizzati dalle università italiane. I contenuti trattati riguardano gli argomenti comuni ai bandi per tutti gli ordini di scuola e sono sviluppati in modo sintetico, con l’uso ricorrente di tabelle riepilogative e schematizzazioni, particolarmente preziose, poiché facilitano la costruzione di una visione d’insieme immediata delle conoscenze, favoriscono la memorizzazione dei contenuti essenziali e orientano nella loro organizzazione per strutture e concetti chiave. La struttura del testo ripercorre gli ambiti di contenuto richiesti nei bandi: l’ambito normativo generale e specifico (le norme e i documenti di riferimento), l’ambito psicopedagogico e didattico (le teorie psicologiche e modelli di insegnamento - apprendimento classici e attuali, le didattiche speciali, le proposte per lo sviluppo della competenza emotiva e della creatività), l’ambito della conoscenza delle disabilità e degli altri BES (funzionamenti e intervento), l’ambito organizzativo e della governance dei processi di inclusione scolastica (pianificazione e relazioni a più livelli). Nella presentazione degli argomenti, organizzati per capitoli all’interno di ciascun ambito, si segue una logica di tipo processuale e un approccio di tipo sistemico, che muove dal quadro giuridico di riferimento e si sviluppa nelle fasi principali del processo di inclusione degli alunni in situazione di disabilità e di altri BES: le istanze poste dai soggetti in età evolutiva in generale (caratteristiche psicologiche) e i bisogni educativi particolari di coloro che manifestano difficoltà negli apprendimenti e nella partecipazione (disabilità, disturbi evolutivi dello sviluppo, svantaggio socioculturale e linguistico); le scelte educative operate dalla scuola nel Piano per l’Inclusione e quelle operate dai consigli di classe nel PEI e nel PDP; l’interpretazione di quelle scelte da parte dei docenti, curricolari e di sostegno, attraverso le pratiche didattiche inclusive di classe e il ricorso a tecniche e strategie speciali in presenza specifiche disabilità e disturbi, la valutazione dei processi e dei risultati per il loro miglioramento; le scelte organizzative e le relazioni inclusive che coinvolgono attori diversi a più livelli (la classe, le famiglie, i gruppi di lavoro dedicati, i soggetti e i servizi del territorio, le associazioni).Nell’ambito psicopedagogico e didattico, oltre alla trattazione delle principali teorie dello sviluppo e dei più importanti modelli pedagogici e didattici, sono presentati gli strumenti della «cassetta degli attrezzi» dell’insegnante di sostegno (e non solo): le metodologie e tecniche didattiche applicate per le principali tipologie di disturbi evolutivi e di disabilità che sono proposte in modo schematico e dettagliato con una breve descrizione di ciascuna metodologia e delle principali leve strategiche . Nello stesso ambito, sono sviluppati focus specifici su diverse disabilità, in cui sono indicati, secondo il modello bio-psico-sociale ICF, i funzionamenti, le attività personali e la partecipazione, i fattori contestuali abilitanti, e sono specificati, inoltre, gli obiettivi prioritari e l’intervento didattico, con riferimenti concreti alle metodologie e alle strategie didattiche, agli ausili e ai mediatori, all’organizzazione dell’ambiente di apprendimento e dell’aula.

Creare un eBook in pochi click: ecco tutti i passaggi per farlo

Come realizzare un Ebook | Mrebo OK blog

Di seguito riportiamo due video tutorial selezionati dal web che guidano passo passo nella realizzazione di un ebook. 

La realizzazione di un ebook può interessare sia al docente, quando ha qualcosa da dire, ma può anche essere una attività didattica da svolgere in classe con gli studenti: tutti, ciascuno con uno specifico compito, possono realizzarlo in forma ipertestuale, utilizzando immagini creative, 

Cosa serve per realizzare un eBook?

- Google


- Il contenuto (ovviamente :) )

- Delle immagini senza sfondo



QUI TROVI I VIDEO TUTORIAL



Emanuele Severino: "Alla grande politica deve dunque corrispondere la grande scuola”. Le parole di un colosso del pensiero

È morto Emanuele Severino, il filosofo che studiò il destino - La ...

“Una scuola che si dimentichi del passato non esibisce il contenuto autentico, la tensione tra due poli. Una scuola come è tendenzialmente voluta dalla destra europea e americana, che accentuano la dimensione tecnico-scientifica, dimentica le ragioni del passato dal quale si vuole allontanare. 

Ci si può allontanare dal passato solo se il passato è ben presente: mi distacco da te solo se ti conosco anche meglio di chi ti è amico. Un navigante può allontanarsi dalla riva solo se non si dimentica dove essa sia; altrimenti da un momento all'altro potrebbe fare naufragio sulle scogliere della riva del passato dal quale intende allontanarsi. È questa l’ingenuità di una scuola che ha dinanzi soltanto quello dei due poli del contenuto essenziale che è il presente. L’ingenuità opposta e speculare è quella di una scuola «umanistica» che intenda mostrare i grandi valori e le grandi opere del passato ignorando o mettendo tra parentesi i motivi per i quali oggi la tecnica si sente sempre più autorizzata a oltrepassare ogni limite e ogni valore del passato. Sono due atteggiamenti contrastanti.

Nella scuola i contenuti specifici devono certamente venire alla luce (la scrittura, il linguaggio, il calcolo, l’agire razionale, la conoscenza della configurazione del Pianeta e delle galassie, cioè di come è fatto questo mondo, le esperienze storiche, la storia delle esperienze religiose, ecc.); ma se i contenuti specifici vengono alla luce al di fuori del contesto che è loro proprio, si alterano, cioè non rispondono ai requisiti contenuti devono venire alla luce è il loro essere presentati sin dall’inizio (sia pure in modo sempre più adeguato) come elementi della tensione di cui stiamo parlando. I contenuti specifici devono essere presentati sin dall’inizio nella loro unità.

Ma chi presenterà la tensione tra passato e presente ‹come› tensione? Questo «‹come›» è importante. I contenuti della tensione tra passato e presente devono essere esibiti fin dall’inizio nella loro unità (in modo che non sia dimenticato né il passato né il presente); ma ad indicare la tensione ‹come tale› non può essere altri che la filosofia. Nella scuola che non fa sognare un popolo, sin dall’inizio si deve indicare la tensione. Ma il compito della filosofia consiste nell’indicazione ‹formale› della tensione.

Se chi insegna a scrivere deve farlo tenendo già presente che la scrittura appartiene al contenuto essenziale, allora anche chi insegna a scrivere deve aver presente la riflessione filosofica su quel contenuto. Qualsiasi forma di insegnamento deve essere in relazione al contenuto essenziale. Quindi non solo l’insegnate di filosofia, ma ogni insegnante deve aver presente tale contenuto. Il filosofico deve essere presente in ogni momento 
dell’insegnamento

È necessario che dunque l’insegnante di filosofia conosca la questione filosofica centrale, che è appunto il rapporto tra il nostro tempo, distruttivo del passato, e il grande passato che è necessità distruggere. Ma non solo, oltre all'insegnante di filosofia, deve conoscere la dimensione filosofica anche l’insegnante di qualsiasi altra disciplina: se la scuola è il luogo in cui il popolo viene messo in relazione al contenuto imprescindibile, a maggior ragione le élites del Paese non possono ignorare tale contenuto e vivere in sogno; e le élites costituiscono tutto ciò che l’università produce (gli operatori in ogni campo – giuridico, economico, scientifico); sì che l’università stessa, in ogni sua facoltà, non può permettersi di prescindere dalla filosofia. La filosofia è dunque ciò che più o meno esplicitamente e profondamente è necessario che sia presente in ogni settore e grado della scuola, in quegli indirizzi che non prevedono l’insegnamento formale della filosofia. Anche se non esistesse l’insegnamento formale della filosofia, il contenuto filosofico essenziale al quale ho accennato è la dimensione senza di cui il popolo metterebbe la testa sotto la sabbia.

La necessità che la scuola renda presente questo contenuto essenziale (si può affidare all’autonomia della scuola il compito di decidere in merito ai contenuti particolari, ma non in merito a ‹questo› contenuto) è la necessità della grande politica, che è innanzi tutto la grande politica della scuola. Oggi non esiste la grande politica ma esiste o l’enfasi di chi si illude che la tecnica possa dominare il mondo dimenticandosi del passato, o l’enfasi di chi si illude (in Italia il movimento di sinistra e il cattolicesimo) di poter controllare, dominare la tecnica […]. Qui è in gioco ciò che è destinato a imporsi non solo come contenuto scolastico, ma come contenuto essenziale della civiltà europea. […] Alla grande politica deve dunque corrispondere la grande scuola.”

EMANUELE SEVERINO (1929), “La filosofia nella scuola” (trascrizione della conferenza tenuta presso la sede dell’«Istituto Regionale di Studi e Ricerca Sociale di Trento», 10 novembre 2000), in AA. VV., “La filosofia nella scuola. Tradizione e prospettive di una riforma”, a cura di Claudio Tugnoli, presentazione di Ennio Draghicchio, Franco Angeli, Milano 2001 (I ed.), (pp. 21 – 349), pp. 27 – 28.

Come deve essere la famiglia nella fase 2? I consigli di Alberto Pellai

La famiglia nella Fase 2, un viaggio in acque ignote?
La famiglia nella fase 2

Nel lockdown, tanti tra noi, in mezzo a mille difficoltà, hanno comunque vissuto vite molto, molto intense. Per noi famiglie ci sono state infinite sfide da superare. Economiche, educative, gestionali, relazionali. 

Un puzzle di elementi ignoti ci è apparso sul tavolo delle nostre esistenze, senza l’immagine già composta da cui prendere ispirazione per il processo di risoluzione. Non abbiamo risolto. Però abbiamo gestito. Se la nazione si avvia oggi alla Fase 2 è anche perché, noi famiglia, siamo stati un avamposto più che adeguato, un luogo di resistenza e resilienza che ha mostrato e dimostrato una “tenuta eccezionale” nei confronti di un’emergenza che aveva confini e caratteristiche inimmaginabili fino a tre mesi fa.Alberto Pellai

 La fase 2 sarà forse ancora più complessa della fase 1, per molti versi. Dovremo dosare la parola responsabilità con molte altre variabili. Dovremo usufruire dell’accesso al “fuori”, con tantissime limitazioni, difficili da incorporare nel nostro stile di vita. Ma ancora di più, da accogliere e integrare nella nostra mente. Lo spazio esteriore continuerà a rappresentare una minaccia e un allarme di cui essere consapevoli in ogni cosa che facciamo. Ogni nostro passo nel fuori non sarà libero, ma a sua volta “confinato”. Avremo ancora molta frustrazione da tollerare. E di questa frustrazione, noi genitori, dovremo continuare a farci carico anche per i nostri figli. Non sarà facile, ma ce la faremo. 

Come ha scritto Luis Sepulveda, che non è riuscito a sopravvivere a questa tremenda pandemia, “la vita si misura dall’intensità con cui si vive”. E quando siamo di fronte ai nostri figli, noi comprendiamo appieno il concetto di “intensità di vita”. Loro ce la testimoniano in funzione, anche, dell’esempio che noi sappiamo offrire loro, in ogni momento. Dovremo continuare ad essere esemplari. Che non vuol dire perfetti. Imperfetti, ma esemplari.

Testo tratto dalla pagina Facebook di Alberto Pellai

lunedì 11 maggio 2020

Fascismo, ciclo completo di video lezioni su Sapiens Sapiens

75 anni fa per sconfiggere il Fascismo bastò la democrazia | L ...

Sono state caricate sul canale associato a questo blog, SAPIENS SAPIENS, 6 video lezioni sul Fascismo, che forniscono un quadro completo ed esaustivo sul ventennio di dittatura in Italia.

Si tratta di video lezioni corredate da schemi e parole chiave per capire e memorizzare meglio.

Mancano quelle sull'ascesa di Mussolini che saranno inserite su altre sezioni del canale.



sabato 9 maggio 2020

Una maestra a distanza, pensieri di Marina Midei

Mi sento un po' impreparata": l'insegnante alle prese con la ...

UNA MAESTRA A DISTANZA
Maestra, veramente faremo le dirette? E ci ritroveremo insieme? Quindi maestra, facciamo come a scuola? Maestra ma faremo videoincontri anche per musica? Maestra mi trovo molto bene con le videolezioni perché le riascolto sempre e mi tolgono i dubbi. Meglio che una sola lezione a scuola. Maestra, quando torniamo a scuola, continui a caricare le videolezioni? Maestra a casa mi annoio: tutti i giorni sono uguali. Almeno adesso aspetto le dirette per vedervi! Maestra ma tu hai un canale youtube?? Grazie Maestra! Maestra! Maestra! Maestra! Maestra! Un urlo a cercare uno scoglio prima che la connessione si chiuda. Ho trovato le mie due classi quinte della scuola primaria. 50 alunni collegati in due tranche da 25: puntuali, ad aspettarmi. Un appello fatto di presenti. Presenti che mi aspettavano per ripartire: che ripartiti lo eravamo già, dal Registro Elettronico. Ma lì non eravamo insieme. Gli occhi sgranati, felici, emozionati. Presenti tutti. Presenti! Eravamo tutti lì. Insieme. Era tutto normale. Era tutto come prima. Eravamo noi insieme, solo più felici di esserci. Ho trovato i miei ragazzi. Allentati, rallentati, in punta di piedi. Cercavano la mia mano. Aspettavano che dessi loro la mia mano per farli saltare avanti, a dire "il nostro cammino continua! Ragazzi le Scuole Medie vi aspettano! E noi ci andremo!" Una preoccupazione, una vera crisi avviare la didattica a distanza: ma dagli audio ricevuti su un pc ho ascoltato le voci ricche e piene dei più timidi, dagli scritti in una mail ho riconosciuto ancor di più la personalità brillante degli introversi. Cosa avrebbe dovuto insegnare, a me insegnante, questa didattica a distanza? Semplicemente tutto quello che ancora non conoscevo: ad usare un nuovo programma, a cercare nuove strategie... a leggere un testo immaginando un volto, scoprendo un pensiero diverso in un formato diverso, ad ascoltare una voce rimbombare nelle orecchie dagli auricolari di una cuffia, come mai avrei potuto ascoltare in un aula. Sono le 16. Alle 17 primo turno di videocall. Sono emozionata. Ho un po' di paura: speriamo di riuscire a far funzionare tutto per bene. Ma i miei ragazzi ci saranno? Parteciperanno alla lezione? C'era tanto scetticismo a partire un po' per tutti : saro' stata chiara nelle spiegazioni di procedura in piattaforma? Ho consegnato tutto con due giorni di anticipo e ho rassicurato tutti che ce la faremo. Squilla il telefono per un messaggio: "Maestra, sono la mamma di Francesca. Se può aiutarla oggi che io lavoro e non potrò essere con lei". "Signora lasci il mio telefono a Francesca. Stia tranquilla. Ci penserò". La richiesta di aiuto alla rappresentante: "Per favore, mi serve un aiuto! Assisti Francesca via telefono mentre sono in collegamento con i ragazzi, falla accedere alla piattaforma". Intanto entro nel LIVE: saluto tutti i ragazzi e penso all'unica pecorella smarrita che non trovo nello schermo tra le facce dei suoi amici. Il telefonino vibra: "Maestra sono Francesca, non riesco ad entrare in piattaforma". "Maestra come devo fare". "Maestra non ci riesco". Non riesco più neanche io. "Bambini fermi. Non possiamo iniziare. Non c'è Francesca..." "No maestra!!! È entrata!!! Ho visto la foto!!!" "Francesca! Francesca ci sei?" "Si maestra. Ce l'ho fatta: ci sono!" Sì siamo tutti! Tutti ce l'abbiamo fatta!!! Allora iniziamo: "Ragazzi, al mio tre, aprite tutti il microfono e facciamoci un applauso!!!" Lasciate piangere un momento anche me. Sono di nuovo una maestra. Una maestra a distanza.
Marina Midei

mercoledì 6 maggio 2020

Scuola primaria: raccolta di siti con esercizi on line di matematica, italiano e inglese


In altri post abbiamo censito una serie di siti ricchi di esercizi da svolgere on line.

In particolare per la lingua italiana, che trovate qui:
Scuola primaria, un elenco di siti con esercizi on line

.. e per la lingua inglese:


Di seguito proponiamo un elenco di siti che contengono esercizi on line di matematica:

A tutta LIM
Esercizi di italiano, matematica e sui prerequisiti

Baby Flash
Esercizi di matematica in formato flash

Dida Labs 
All’interno della piattaforma sono disponibili circa 400 attività multimediali interattive create dagli esperti di Erickson per rafforzare e potenziare le capacità dell’alunno, attraverso esercizi e giochi motivanti, negli ambiti della letto-scrittura e della matematica.Occorre registrarsi

Giochi Free Una serie di giochi didattici di vario tipo, tra cui quelli di matematica

Learning Apps
Esercizi di matematica per la scuola primaria e secondaria di I grado, suddivisi per età

Matika
Gli esercizi proposti sono suddivisi in base alla classe frequentata

Primary Interactive
Il sito è in inglese ma gli esercizi sono utilizzabili agevolmente

Prove Invalsi
Questa risorsa non ha bisogno di presentazioni

Redooc
Esercizi di matematica, dall'infanzia all'università, divisi per ordine di studi

Scolasticando
Sito ricchissimo. Dovete solo visitarlo

Word Wall
Il sito fornisce strumenti per creare esercizi, ma c'è una sezione molto fornita nella home in cui ve ne sono di pronti

Lannaronca

martedì 5 maggio 2020

Poche regole per scrivere correttamente in italiano in un meme-prontuario da tenere nel cellulare

Un piccolo prontuario per non sbagliare quelle sottigliezze ortografiche che, però, fanno al differenza.
Si tratta di errori frequentissimi, soprattutto nell'uso dei monosillabi, ma che sono comunque gravi e assolutamente da evitare.

Questa immagine può essere fornita agli studenti che possono tenerla sul cellulare e consultarla ogni volta che avranno dei dubbi.

Lentamente ne faranno a meno, a mano a mano che queste regole vengono interiorizzate. 


"Senza lavagna mi sento perso!". Ecco tre lavagne online da condividere con gli studenti

Scratchwork: lavagna collaborativa online dedicata alla matematica
La nostra ricerca, e condivisione, di materiali e risorse didattiche parte sempre dai bisogni dei colleghi.
Ebbene, in questo periodo molti insegnanti hanno lamentato un disagio: la difficoltà di fare lezione on line senza poter scrivere, fare schemi, appuntare parole chiave; insomma, senza lavagna ci si sente persi.
Senza tener conto, poi, che una lezione solo parlata è poco efficace in termini di resa e di memorizzazione degli alunni/studenti.

Che fare allora?
Ci sono molti modi per risolvere, ma noi ne abbiamo selezionati 4:

Il modo più facile, secondo noi, sta nell'usare una risorsa presente nel pacchetto G-suite: Jumboard.
 Per imparare ad usarlo in pochissimi click inseriamo il link qui di seguito:

In più segnaliamo anche tre lavagne collaborative, che i vostri studenti potranno usare in tempo reale insieme a voi:

AWW APP - https://awwapp.com/ WHITEBOARD.FI - https://whiteboard.fi/ EXPLAIN EVERYTHING - https://whiteboard.explaineverything

Non sapete come usare queste ultime tre risorse segnalate?

Non c'è problema: ecco per voi il video tutorial:

Buon lavoro!




lunedì 4 maggio 2020

Esercizi on line per la primaria, un elenco di siti per la lingua inglese (e una pagina dedicata a tutte le materie)


In un altro post, a cui vi rimandiamo, ci siamo occupati di censire e rendere fruibili con pochi click una serie di siti in cui trovare esercizi da svolgere direttamente on line per la scuola primaria (e non solo):
Il post lo trovi qui:

Scuola primaria, un elenco di siti con esercizi on line

Di seguito, invece, riportiamo un elenco di siti con esercizi di inglese:

Gli esercizi online di inglese possono essere un valido aiuto per esercitarsi con costanza, ma ovviamente non esauriscono l'esperienza di apprendimento della lingua.
Buon lavoro!
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