giovedì 31 dicembre 2020

Si teme la morte perché la si confonde con l’agonia - Emanuele Severino

 Si teme la morte perché la si confonde con l’agonia, con la sofferenza che sono fenomeni della vita. Ma dopo l’agonia che cosa c’è? Ecco dunque il problema della morte. La nostra cultura concepisce la morte come annientamento. Ma è davvero così? O la morte, piuttosto, è un proseguire infinito oltre il dolore che caratterizza la nostra vita? Quando mi chiedono se ho paura della morte o perché la guardo con serenità rispondo che l’Occidente crede che morire sia andare verso il nulla. Dobbiamo capire che questo che crediamo un andare nel nulla è, in verità, lo scomparire degli Eterni. Quando la legna diventa cenere, crediamo si annienti la legna e nasca la cenere. Ma se sappiamo guardare a fondo, vediamo lo scomparire progressivo di singoli eventi (la legna che brucia, poi che brucia un po’ meno, la cenere che compare…): la morte ci appare nella forma dell’agonia, morire è il progressivo scomparire degli Eterni che escono dal cerchio dell’apparire. Ma l’uomo è destinato alla Gioia.

Ecco il tema della Gioia. Gioia, il superamento di tutte le contraddizioni che attraversano la nostra vita. Viviamo nella contraddizione, ma esiste un luogo in cui ogni contraddizione è oltrepassata? E noi, che cosa siamo, rispetto alla totalità di quel luogo? Quel luogo non è, forse, ciò che realmente siamo? La risposta è “sì, siamo quel luogo”. Un luogo che chiamo Gioia. Gioia non è la felicità, che è sempre una volontà soddisfatta. La Gioia, invece, è infinitamente più alta. Non è volontà, ma eliminazione di ogni contraddizione.

mercoledì 30 dicembre 2020

Film per la scuola e l'educazione civica: "Alla luce del sole", la storia di don Pino Puglisi. Puoi vederlo qui


 Nel nostro "censimento" di film adatti alla scuola e ai nostri alunni non può mancare "Alla luce del sole".
La storia è bella, commovente, vera: si tratta della vicenda di Don Pino Puglisi, sacerdote siciliano del quartiere Brancaccio di Palermo ucciso dalla mafia nel 1993

Questa la trama:
A Palermo, il sacerdote don Pino Puglisi, si accorge ben presto di una dura verità: i bambini della zona sono coinvolti nella mafia e molti hanno dei genitori mafiosi. Il sacerdote cerca quindi di cambiare la situazione, invitandoli ad andare a scuola, in chiesa e a non rubare. Benché ai ragazzi piaccia andare a trovare Don Puglisi in parrocchia, dove spesso trascorrono il loro tempo spensierati, giocando per esempio a calcio, i genitori sembrano non gradire gli insegnamenti del prete: per esempio, a un ragazzino di nome Domenico viene impedito di frequentare la parrocchia, e quando disubbidisce viene frustato dal padre. Don Puglisi manda dei messaggi chiari ai mafiosi di Palermo, facendo dei discorsi nella piazzetta della chiesa, ma non viene ascoltato. Chiede ai cosiddetti uomini d'onore di presentarsi "alla luce del sole" e di non agire nell'ombra. Esponendosi in prima persona, Don Puglisi si rende presto conto che la sua vita è in pericolo. Viene assassinato per la strada da un gruppo di mafiosi che lo hanno seguito in auto. Quando lo avvicinano pronuncia le sue ultime parole, "Vi aspettavo", prima di morire. Al funerale sono presenti tutti i bambini della parrocchia, che lasciano un pensiero per lui sopra la bara.

IL FILM PUOI ACQUISTARLO QUI

Oppure puoi vederlo gratuitamente in streaming CLICCANDO QUI

lunedì 28 dicembre 2020

Documentari (anche) per la scuola: la storia dell'umanità in otto puntate gratuite

Alessandro Barbero presenta una serie di 8 documentari prodotti dalla BBC, che hanno il "modesto" intento di raccontare la storia dell'umanità in 8 puntate.

Otto capitoli che ne racchiudono gli snodi fondamentali, dall'espansione dei sapiens fino ai nostri tempi, passando per imperi, guerre, la nascita della scrittura, l'assassinio di Giulio Cesare, la scoperta dell'America e molto altro ancora. 
Si tratta di documentari davvero ben fatti, che dal punto di vista didattico hanno il pregio di fornire una sintesi di grani periodi che permettono agli studenti di avere uno sguardo d'insieme sulle più importanti fasi storiche che studiano.

I documentari sono gratuiti e per vederli serve soltanto registrarsi a RAIPLAY

Di seguito riporto tutte e 8 le puntate con le rispettive sintesi. Il lettore potrà rendersi conto così se gli argomenti fanno al suo caso.


Sopravvivenza
Partendo dall'origine dell'uomo, in Africa, 70.000 anni fa, tracceremo la storia dei nostri antenati nomadi che si sono diffusi in tutto il mondo, fino a fondare i primi insediamenti stanziali. Scopriremo le straordinarie pitture rupestri realizzate nelle grotte di Gargas nei Pirenei francesi quasi 30.000 anni fa, poi ci sposteremo in quella zona che oggi conosciamo come Medio Oriente, dove gli esseri umani iniziarono la coltivazione, che innescherà la rivoluzione agricola. E proprio l'agricoltura porterà ai primi insediamenti stabili, le prime città. Vedremo i primi progetti di ingegneria realizzati in Cina, sul Fiume Giallo, e poi l'importanza della scrittura, in Egitto. Visiteremo le rovine di Cnosso, a Creta, e scopriremo come le prime civiltà si spingessero all'estremo per dominare le forze della natura.

L'età degli imperi
Racconteremo la storia dei primi imperi che hanno posto le basi per il mondo moderno. Dal brutale regno assiro, al grande impero di Alessandro Magno, dai conquistatori del Medio Oriente alle battaglie combattute in Cina e nel Mediterraneo. Scopriremo la storia dei fenici che attraverso il mare e la navigazione hanno praticato il commercio in tutto il Mediterraneo, diffondendo il proprio alfabeto presso tutti i popoli con cui entravano in contatto. E la storia di come l'oro e l'argento abbiano reso il re Creso il più ricco della storia fino al suo incontro con Ciro il grande, il re persiano che avrebbe attaccato la Grecia. Nella battaglia di Maratona vedremo come la tattica militare permetta di difendersi dai più forti eserciti. Da questo episodio passeremo al racconto delle prime Olimpiadi e poi visiteremo, a Pella, il palazzo di Alessandro Magno e conosceremo il suo maestro, Aristotele, e la scuola al Liceo di Atene. Parleremo infine della nascita del monoteismo.

Guerra e buon senso
Questo episodio esamina le rivoluzioni spirituali che scossero il mondo tra il 300 a.C. e il 700 d.C. Nell'antica India racconteremo la conversione del sanguinario principe Ashoka al buddismo, in un momento in cui l'impero Maurya era in grande espansione; in Cina vedremo l'esercito di Terracotta, ultimo tentativo di rendere eterno il proprio impero da parte dell'imperatore Qin. Nell'antichità, per un imperatore non era sufficiente dominare i propri sudditi. I sovrani pretendevano di essere adorati come delle divinità. Cleopatra d'Egitto si presentò come l'incarnazione della dea Iside e la sua influenza sull'imperatore Giulio Cesare convinse il dictator perpetuus a voler essere adorato come un dio. A Roma seguiremo l'inarrestabile ascesa del cristianesimo e poi la diffusione dell'Islam in Spagna e Asia Centrale. La conversione di Paolo sulla via di Damasco, la vasta diffusione del Cristianesimo, attraverso i suoi martiri, e quella dell'Islam raccontata attraverso la storia dello schiavo Bilal, che partecipò alla costruzione della prima moschea e fu tra i primi a usare la chiamata alla preghiera, l'Adhan. Dall'altra parte del mondo, l'impero Nazca, in Perù, praticava sacrifici umani per compiacere le divinità nella città sacra di Cahuachi. Sacrifici che non bastarono a salvarli dalla siccità e dalle inondazioni.

Verso la luce
In questa puntata incontriamo il popolo dei Vichinghi, abili navigatori che esplorarono e saccheggiarono buona parte dell'Europa settentrionale. I Vichinghi hanno posto le basi di potenti nuovi stati commerciali, tra cui la Russia arrivando a Kiev in Ucraina. Vedremo come furono in grado di viaggiare lungo il fiume Dniepr e, sotto la guida del guerriero Oleg, di commerciare con Costantinopoli. In Medio Oriente è l'età dell'oro dell'Islam, un incrocio di conoscenze provenienti dall'India, dalla Persia e dalla Grecia, che trovavano sintesi presso gli studiosi islamici di Baghdad. Visiteremo la Moschea di Mezquita a Cordoba, perfetto esempio di architettura islamica compiuta e assisteremo alle battaglie tra religioni e imperi. In Europa inizia il Rinascimento. Leonardo Da Vinci dimostrerà un nuovo modo di pensare e dipingere.

L'età del saccheggio
In 145 anni, dal 1492 al 1637, il capitalismo europeo è nato e si è diffuso in tutto il mondo. Questo episodio racconta l'esplosione del capitalismo globale, iniziato con Cristoforo Colombo che "inciampa" nell'America mentre cerca la Cina. La ricerca dell'oro e la diffusione del cristianesimo spinsero gli europei a colonizzare il Nuovo Mondo, scoprendo molte nuove terre, come quella degli Incas in Perù. Visitiamo Cajamarca, dove il re Atahualpa venne fatto prigioniero da Pizarro e costretto a convertirsi al cristianesimo. L'Europa è distrutta dalle guerre di religione che hanno inizio con la protesta di Martin Lutero contro la Chiesa cattolica, a Wittenberg. Nasce il protestantesimo. L'Europa stava vivendo grandi cambiamenti, gli imperi crescevano e si arricchivano, anche lo zar, Ivan "il terribile", volle fare lo stesso in Russia, costruendo un ricco impero basato sul commercio di pellicce dalla Siberia. Furono però i bucanieri olandesi e inglesi a compiere gli affari più eclatanti, fondando le società a responsabilità limitata e la prima borsa del mondo. Visiteremo i campi di tulipani di Amsterdam, riflettendo sul primo crollo del mercato azionario globale, assisteremo allo scontro tra britannici e olandesi per il predominio del commercio della preziosa noce moscata.

Rivoluzioni
Nei secoli XVII e XVIII, i popoli del mondo si sono ribellati, in nome della libertà e dell'uguaglianza, contro il potere della chiesa e della monarchia. Uomini straordinari sfidano l'oscurantismo e spingono l'intera Europa in una nuova era, che chiamiamo Illuminismo. Da Galileo Galilei che con le sue teorie ed invenzioni ha rivoluzionato il metodo scientifico subendo un processo dalla Santa inquisizione, a Edward Jenner che in Inghilterra ha utilizzato la scienza per salvare la vita di milioni di persone dal vaiolo. Il popolo di intere nazioni si solleva, fa crollare le monarchie, come in Francia, e ottiene l'indipendenza, come gli Stati Uniti dal Regno Unito.

L'età dell'industria
Questo episodio esamina come la rivoluzione industriale britannica abbia plasmato il mondo moderno, grazie a inventori come James Watt e George Stevenson che migliorarono i motori a vapore e le ferrovie. Il commercio con la Cina era stato aperto, anche se illegalmente, con le guerre dell'oppio nei porti di Guangzhou. Anche la Russia stava cambiando, lo zar Alessandro II stava, infatti, per promulgare un atto di emancipazione che liberava i contadini dalla schiavitù. In Nord America, nei campi di cotone di Richmond, Virginia,riviremo la storia della schiavitù africana. E in Giappone, ascolteremo la storia di Saigo Takamori, l'ultimo Samurai, come risultato diretto del nuovo commercio mondiale. A Bruxelles scopriremo invece come l'esploratore britannico Henry Morton Stanley riuscì a mappare il fiume Congo, per la fame di conquista del re Leopoldo II del Belgio, causando un genocidio i cui effetti permangono ancora oggi.

L'epoca degli estremi
In questo episodio, la storia arriva al Ventesimo secolo. Mentre Hitler pianifica la presa del potere in Germania, le donne stanno combattendo una battaglia diversa, quella dei diritti sessuali. Nelle strade nascoste di Manhattan, l'infermiera Margaret Sanger lavora con l'ereditiera americana Katherine McCormick a un piano per il contrabbando di contraccettivi dall'Europa. Esplode il secondo conflitto mondiale e riviviamo l'orrore dei campi di concentramento. L'episodio si sposta anche a Hiroshima in Giappone, obbiettivo della prima bomba nucleare "pensata per porre fine a tutte le guerre". In Cina assistiamo alla rivoluzione culturale voluta da Mao Ze Dong, per creare un'utopia comunista. Negli USA è il momento delle "macchine pensanti", inizia l'era dei computer. Visiteremo New York per tracciare la storia dell'uomo contro la macchina, Gary Kasparov contro il Deep Blue di IBM, in un gioco di scacchi che ha tenuto con il fiato sospeso il mondo.

sabato 26 dicembre 2020

Libri da leggere: "Il coccodrillo di Aristotele", di Michel Onfray

 
Il libro mi è stato consigliato indirettamente da una mia amica, che ne ha pubblicato la copertina sulla sua bacheca.
Avevo già sentito parlare dell'autore e, fidandomi di lei, l'ho comprato.

Si tratta di una interessantissima storia della filosofia attraverso la pittura: 33 tele per descrivere il pensiero e la vita di altrettanti pensatori. E' una frizzante cavalcata che parte da Pitagora e arriva a Derrida, passando per Socrate, Aristotele, Cartesio, Montaigne, Kant e molti altri.

Si prendono le mosse da un quadro, dunque. Da qui l'autore aguzza la vista, ingrandisce l'immagine, si sofferma su particolari apparentemente insignificanti del dipinto per illustrare il pensiero dell'autore, talvolta in modo originalissimo ma sempre con chiarezza e catturando l'attenzione.

Michel Onfray
Michel Onfray


"Il coccodrillo di Aristotele" prende il nome proprio dall'omonimo quadro che Onfray usa per parlarci dello Stagirita.
Il libro è permeato, ovviamente, della visione filosofica dell'autore, controverso filosofo francese aderente alla corrente post-anarchica ed edonista, che non perde occasione per rimarcare la sua visione ateistica della realtà (fece molto scalpore la pubblicazione del "Trattato di ateologia" che suscitò accese discussioni). Eppure gli spunti di riflessione sono moltissimi, per tutti. 

Per questo il libro è consigliato ai curiosi, a chi vuole approcciare alla filosofia, a chi la studia ma vuole trovare vie nuove di analisi e a chi vuole insegnarla ... attraverso la pittura!
Davvero molto bello! 
Tempo di lettura: 3/5 ore

Il libro, se ti interessa, lo trovi qui:

venerdì 25 dicembre 2020

La vera faccia di Babbo Natale e altre (vere) curiosità - Di Alessandro Barbero

 

In questo video Alessandro Barbero ci guida nella nostra tradizione natalizia più suggestiva, quella dell’uomo barbuto vestito di rosso che la notte del 24 dicembre passa per le case a portare doni a tutti, specialmente ai bambini buoni.

Ma quali sono le vere origini di questa tradizione? E, soprattutto, chi è Babbo Natale?

Per sentito dire lo associamo a San Nicola, ma come siamo arrivati all’iconografia attuale? E chi era davvero questo santo, il cui nome è stato storpiato dagli americani fino all’attuale “Santa Claus”? Sulle orme di Babbo Natale capiremo in questo documentario perché a Natale ci si scambiano i regali, e perché la sua immagine più diffusa è quella che vediamo oggi nelle pubblicità, nei film, nei cartoni animati.

Ma non è tutto, e il bello deve ancora venire: alcuni ricercatori dell’Università di Manchester sono riusciti in un’impresa straordinaria. Partendo dalle reliquie di San Nicola di Bari ne hanno ricostruito, con tecnologie sofisticatissime, il volto. Adesso possiamo sapere qual era il vero volto del nostro amato Babbo Natale. 

Buon Natale a tutti! 🎅🏻🎅🏻🎅🏻

giovedì 24 dicembre 2020

Ho deciso di fare l'insegnante dopo aver rubato un orologio ... Da leggere - Educare Narrando


Una storia da leggere e rileggere e far leggere. Bella, commovente, ricca di significato

Un anziano insegnante incontra un giovane che gli chiede: - Si ricorda di me?
E il maestro gli dice di no.
Allora il giovane gli dice che è stato il suo studente.
E il professore gli chiede:
- Ah sì? E che lavoro fai adesso?
Il giovane risponde:
- Beh, faccio l’insegnante.
- Oh, che bello come me? gli ha detto il maestro.
- Beh, sì. In realtà, sono diventato un insegnante
perché mi ha ispirato ad essere come lei.
L'anziano, curioso, chiede al giovane di raccontargli come mai.
E il giovane gli racconta questa storia:
- Un giorno, un mio amico, anch'egli studente,
è arrivato a scuola con un bellissimo orologio,
nuovo e io l’ho rubato.
Poco dopo, il mio amico ha notato il furto
e subito si è lamentato con il nostro insegnante, che era lei.
Allora, lei ha detto alla classe:
- L'orologio del vostro compagno
è stato rubato durante la lezione di oggi.
Chi l'ha rubato, per favore, lo restituisca.
Ma io non l'ho restituito
perché non volevo farlo.
Poi lei hai chiuso la porta e ci ha detto a tutti
di alzarci in piedi perché avrebbe controllato le nostre tasche
una per una.
Ma, prima, ci ha detto di chiudere gli occhi.
Così abbiamo fatto e lei ha cercato tasca per tasca
e, quando è arrivato da me,
ha trovato l'orologio e l'ha preso.
Ha continuato a cercare nelle tasche di tutti
e, quando ha finito, ha detto:
Aprite gli occhi.
Ho trovato l'orologio.
Non mi ha mai detto niente e non ha mai menzionato l'episodio.
Non ha mai fatto il nome di chi era stato quello che aveva rubato.
Quel giorno, lei ha salvato la mia dignità per sempre.
È stato il giorno più vergognoso della mia vita.
Non mi ha mai detto nulla
e, anche se non mi ha mai sgridato
né mi ha mai chiamato per darmi una lezione morale,
ho ricevuto il messaggio chiaramente.
E grazie a lei ho capito che questo
è quello che deve fare un vero educatore.
Si ricorda di questo episodio, professore?
E il professore rispose:
-Io ricordo la situazione, l'orologio rubato,
di aver cercato nelle tasche di tutti
ma non ti ricordavo,
perché anche io ho chiuso gli occhi mentre cercavo.
Questo è l'essenza della docenza.
Se per correggere hai bisogno di umiliare,
allora non sai insegnare.

Dal WEB

lunedì 21 dicembre 2020

"Non servono i miracoli", perché il miracolo è ognuno di noi - Vi facciamo gli auguri così

Sono capitato per caso nel video "Non servono i miracoli" di Camilla Bassani. Ammetto di essermi commosso, e ho pensato di usarlo per augurarvi Buone Feste.

Feste particolari, certo, tragiche per molti, difficili per tutti, senza dubbio. Ma con il pensiero che ognuno di noi può fare la differenza per gli altri le feste trascorrono meglio. C'è la forza della tenerezza, della sensibilità, della compassione che è più forte di qualsiasi virus, di qualsiasi tragedia.
Con questo video auguro a me stesso e a tutti voi, in queste feste e per il 2021 che verrà, nonostante tutto e qualsiasi cosa accada, di essere ... il postino!!!
Buona visione!

NON SERVONO I MIRACOLI

Film per la scuola: "Vado a scuola". Disponibile gratuitamente. Quando studiare è un'impresa


Ciò che lascia senza parole è che si tratta di storie vere. Verissime.
 
Spinti dal desiderio di conoscenza e la speranza di un futuro migliore, quattro bambini affrontano con difficoltà le avversità dell'ambiente che li circonda.

Jackson, 11 anni, percorre ogni giorno quindici chilometri nella savana del Kenya tra animali selvatici. Zahira, 12 anni, sulle aspre montagne dell'Atlante marocchino cammina per una giornata intera per raggiungere la scuola. Samuel, 13 anni, percorre quotidianamente sulla sedia a rotelle, accompagnato dai due fratellini, 4 chilometri di strada sabbiosa, fiumi e mangrovie. Carlito, 11 anni, attraversa a cavallo le pianure della Patagonia per coprire i diciotto chilometri che lo separano dalla scuola. La maggior parte delle donne non sa leggere e scrivere. I bambini dovevano procurarsi il cibo attraverso la caccia.

I bambini stanno per realizzare il loro sogno: imparare a leggere a scrivere, ad avere un lavoro e diventare adulti indipendenti e promotori di sviluppo.

Il film documenta le sfide quotidiane che devono vivere ogni giorno quattro bambini (Zahira in Marocco, Jackson in Kenya, Carlito in Argentina in una città della Patagonia e Samuel in India) per raggiungere le loro scuole.

E' adatto a partire da una classe TERZA o QUARTA elementare


IL FILM PUOI VEDERLO CLICCANDO QUI

Oppure qui in basso direttamente su questa pagina:

domenica 20 dicembre 2020

Film per la scuola: "Rosso come il cielo". Film meraviglioso su disabilità e inclusione (con attività didattiche)

"Rosso Come il Cielo", un film di Cristiano Bortone

Rosso come il cielo è un film bellissimo, adatto alla proiezione a scuola a studenti di tutte le età (eccetto ovviamente quelli troppo piccoli, direi fino alla seconda/terza elementare). Fa riflettere e commuovere, sensibilizza e stimola. 

Presentato come Evento speciale UNICEF nella sezione per ragazzi "Alice nella città" della Festa del Cinema di Roma 2006, è uscito nelle sale italiane il 9 marzo 2007.

Fino a qualche tempo fa era disponibile su YouTube. Adesso non più.
Si può vedere sulla piattaforma Amazon Video per chi ce l'ha


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Se ti interessa, e vuoi averlo nella tua personale collezione, QUI TROVI IL DVD: "Rosso come il cielo"

Per farsi un'idea del contenuto del film consiglio la visione del trailer (sia al link che nello specchio sotto).

sabato 19 dicembre 2020

È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un'altra prospettiva... - Scene di scuola nei film


 Film sulla scuola, scene celebri, principi pedagogici ed esistenziali.
Le parole tratte da un film cult, uno dei passi più celebri del cinema di sempre: "L'attimo fuggente".
La parola al professor Keating.

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Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù. Non vi ho convinti? Venite a vedere voi stessi. Coraggio! È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un'altra prospettiva. Anche se può sembrarvi sciocco o assurdo, ci dovete provare. Ecco, quando leggete, non considerate soltanto l'autore. Considerate quello che voi pensate. Figlioli, dovete combattere per trovare la vostra voce. Più tardi cominciate a farlo, più grosso è il rischio di non trovarla affatto. Thoreau dice "molti uomini hanno vita di quieta disperazione", non vi rassegnate a questo. Ribellatevi! Non affogatevi nella pigrizia mentale, guardatevi intorno! (Keating)

lunedì 14 dicembre 2020

"Tutto comincia con un bravo insegnante": un video bellissimo da guardare prima di entrare in classe

 Tutto comincia con un bravo insegnante è un video bellissimo, che dà il giusto valore - civile, sociale, romantico - alla più bistrattata delle professioni (almeno in Italia).

Chi lo ha pensato ha visto giusto: il filmato parte dalle fine, da una storia di successo. Poi va a ritroso nel tempo, fino ad arrivare là dove quel successo è partito: un'insegnante appassionata, che cattura, affascina, guida, prende per mano.

La visione di questo video, che merita molte altre visualizzazioni, è straconsigliata. 

Tutto comincia con un bravo insegnante...ricordiamocelo quando siamo in classe!

VIDEO: Tutto comincia con un bravo insegnante

venerdì 11 dicembre 2020

Galimberti: "Se un docente non è all'altezza va messo fuori gioco. Il ruolo va abolito"

Parole secce, quelle del filosofo Umberto Galimberti, che suscitano discussioni e che certo fanno riflettere:

 "L’insegnante deve insegnare. Per farlo serve una capacità empatica e comunicativa, la fascinazione. Se non apri il cuore, non apri nemmeno la testa delle persone. Gli insegnanti dovrebbero essere sottoposti a un test di personalità che valuti queste cose. Se uno non sa affascinare è meglio che cambi lavoro [...]

Educare vuol dire condurre qualcuno all’evoluzione, dall’impulso all’emozione, dall’emozione al sentimento. Un ragazzo che ha sentimento non brucia un migrante che dorme su una panchina, non picchia un disabile. Se queste cose accadono è perché la scuola non ha educato. Per educare bisogna avere a che fare con la soggettività degli studenti, che oggi è messa fuori gioco. Se è vero che al posto dei temi si fa la comprensione del testo scritto, si è spostata la valutazione dalla soggettività alla prestazione. A questo punto è chiaro che anche la scuola è serva del modello tecnico. I ragazzi non contano più come soggetti ma solo nelle loro prestazioni [...] 

 È più facile correggere una comprensione del testo scritta che un tema. La realtà è che siamo passati da una scuola umanistica a un’educazione anglosassone, perdendo un’infinità di valori della prima. La scuola anglosassone è empirismo, pragmatismo, valutazione oggettiva [...] 

Se uno non sa affascinare, comunicare, non può fare il maestro, il professore. Lo dice Platone: si impara per imitazione. Io aggiungerei anche per plagio. Preferisco un docente che plagia i ragazzi che uno che li demotiva. Direi loro che il ruolo va abolito.

 Se uno non funziona lo sanno tutti ma non si può far nulla, perché è di ruolo. Che cos’è questa parola? Nessuno è di ruolo nella vita. Se un docente non è all’altezza va messo fuori gioco. Perché se si licenziano operai là dove si producono oggetti non lo si fa dove si formano le persone?" 


U. Galimberti, da una intervista del 2019 

giovedì 10 dicembre 2020

Viaggiate che sennò poi diventate razzisti, Di Gio Evan - Educare Narrando


Un bellissimo testo di Gio Evan, che vale la pena leggere e far leggere 

Viaggiate che sennò poi diventate razzisti e finite per credere che la vostra pelle è l'unica ad avere ragione, che la vostra lingua è la più romantica e che siete stati i primi ad essere i primi

viaggiate
che se non viaggiate poi
non vi si fortificano i pensieri
non vi riempite di idee
vi nascono sogni con le gambe fragili
e poi finite per credere alle televisioni
e a quelli che inventano nemici
che calzano a pennello con i vostri incubi
per farvi vivere di terrore
senza più saluti
né grazie
né prego
né si figuri
viaggiate
che viaggiare insegna
a dare il buongiorno a tutti
a prescindere
da quale sole proveniamo,
viaggiate
che viaggiare insegna
a dare la buonanotte a tutti
a prescindere
dalle tenebre che ci portiamo dentro
viaggiate
che viaggiare insegna a resistere
a non dipendere
ad accettare gli altri non solo per quello che sono
ma anche per quello che non potranno mai essere,
a conoscere di cosa siamo capaci
a sentirsi parte di una famiglia
oltre frontiere, oltre confini,
oltre tradizioni e cultura,
viaggiare insegna a essere oltre
viaggiate
che sennò poi finite per credere
che siete fatti solo per un panorama
e invece dentro voi
esistono paesaggi meravigliosi
ancora da visitare.
Gio Evan

mercoledì 9 dicembre 2020

Matematica, geografia, inglese e mille altri giochi didattici ... su Digipuzzle!

Se volete trovare una grande quantità di giochi didattici in un colpo solo Digipuzzle fa al caso vostro.
Dalla geografia alla matematica, dalle 4 stagioni alle attività sulle feste: tutto su digipuzzle.
Le risorse aiutano ad imparare giocando, e questo è utile soprattutto quando la didattica non permette di utilizzare altre forme di gioco.

Se non trovate quello che cercate suggerisco di non scoraggiarvi: nella sezione "More" trovate giochi su altre materie, come per esempio scienze, lessico, zoologia, storia...

Le risorse sono adattissime agli studenti della primaria e della secondaria di I grado. All'occorrenza anche per gli studenti della secondaria di II grado con problemi di apprendimento.

Buon lavoro :)

VAI SU DIGIPUZZLE

lunedì 7 dicembre 2020

"Si viene al mondo per perdere tutto", di Isabel Allende - Educare Narrando

In questa puntata di "Educare Narrando" proponiamo una bella riflessione di Isabel Allende, che discute sulla morte, le disuguaglianze, la pandemia, gli stili di vita. Anche questo brano, come gli altri contenuti nella stessa sezione (Educare Narrando), può essere un utile spunto per discussioni, argomentazioni, riflessioni con gli studenti. 

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"Da quando Paula (mia figlia) è morta 27 anni fa, ho perso la paura della morte. Innanzitutto, perché l'ho vista morire tra le mie braccia e ho capito che la morte è come la nascita, è una transizione, una soglia e ho perso la sua paura personalmente.

Ora, se il virus mi cattura, appartengo alla popolazione più vulnerabile, gli anziani, ho 77 anni e so che se lo prendo, morirò. Quindi la possibilità della morte mi è molto chiara in questo momento, la vedo con curiosità e senza paura.
Ciò che la pandemia mi ha insegnato è di lasciar andare le cose, di rendermi conto di quanto poco ho bisogno.
Non ho bisogno di comprare, non ho bisogno di più vestiti, non ho bisogno di andare da nessuna parte o viaggiare. Penso di averne troppo.
Mi guardo intorno e mi chiedo perché tutto questo. Perché ho bisogno di più di due piatti? Quindi scopri chi sono i veri amici e le persone con cui voglio stare. Cosa pensi che la pandemia ci insegni a tutti? Ci sta insegnando le priorità e ci sta mostrando una realtà. La realtà della disuguaglianza. Come alcune persone passano la pandemia su uno yacht ai Caraibi e altre persone muoiono di fame. Ci ha anche insegnato che siamo una famiglia.
Quello che succede a un essere umano a Wuhan, succede al pianeta, succede a tutti noi. 
Non esiste questa idea tribale che siamo separati dal gruppo e che possiamo difendere il gruppo mentre il resto della gente se ne frega. Non ci sono muri, non ci sono pareti che possono separare le persone. I creatori, gli artisti, gli scienziati, tutti i giovani, molte donne, stanno prendendo in considerazione una nuova normalità. Non vogliono tornare a ciò che era normale.
Si chiedono quale mondo vogliamo. Questa è la domanda più importante in questo momento. Quel sogno di un mondo diverso: dobbiamo andare lì.

E rifletto: a un certo punto mi sono resa conto che si viene al mondo per perdere tutto. Più a lungo vivi, più perdi. In primo luogo stai perdendo i tuoi genitori, a volte persone molto care intorno a te, i tuoi animali domestici, i luoghi e anche le tue facoltà.
Non puoi vivere nella paura, perché ti fa immaginare cose che non accadono e soffri il doppio.
Dobbiamo rilassarci un po', provare a goderci quello che abbiamo e vivere nel presente."

Isabel Allende


Oppure ascoltalo in basso:
"Si viene al mondo per perdere tutto" - Isabel Allende sulla morte, la pandemia, le disuguaglianze (Iscriviti, se ti fa piacere, al canale Sapiens Sapiens)

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sabato 5 dicembre 2020

Ho deciso: non mi fermo ai semafori perché limitano la mia libertà individuale. Se tu vuoi farlo, liberissimo.

 “IO HO DECISO, NON MI FERMO AI SEMAFORI!

Io sono un NO-SEM.
Cioè, se tu vuoi fermarti ai semafori, liberissimo, mica te lo proibisco. Ma io no.
Il semaforo limita la mia libertà di movimento e la mia libertà di scelta individuale. Cose previste dalla Costituzione e dal trattato di Schengen, libertà di circolazione, avete presente?
Io ammiro chi crede davvero che i semafori siano stati concepiti per la nostra "sicurezza". Sul serio, senza ironia, capisco chi pensa che la vecchietta che attraversa la strada e non finisce sotto la mia macchina, poi PER QUESTO motivo campi altri cent'anni. E' una cosa che ci hanno indotto a credere da sempre, indottrinandoci ben bene a partire dai nostri genitori (servi inconsapevoli, ahiloro).
Che poi, quelli investiti sulle strisce, siamo sicuri che non avessero altre patologie? Il 70% aveva problemi cardiaci, o problemi respiratori da raffreddore....sono morti PER schiacciamento da auto o CON schiacciamento da auto, ma prima o poi sarebbero morti lo stesso? Non "celo" dicono...
Fatto sta che nessuno sottolinea mai quanto i semafori consumino elettricità (SOLDI NOSTRI), deturpino il paesaggio e discriminino i daltonici, perché queste sono verità scomode.
E il mainstream non vi verrà mai neanche a dire che ci sono fior di studi SCIENTIFICI che dimostrano al 100% che se un'automobile o un motorino va a forte velocità contro il palo di un semaforo si schianta col rischio anche di MORTE. C'è tutta una letteratura al riguardo per cui i morti contro i pali dei semafori sono milioni. Però i media ne parlano bene e le autorità li impongono cercando di farci passare i semafori come una cosa per il "nostro bene"(ah ah, sì vabbe').
Si sa da tempo immemore che anche se una persona a piedi sbatte su un palo di semaforo poi ha delle conseguenze anche permanenti.
Ecco, tutto questo e tanto altro dovrebbe bastare ma non mi interessa fare proseliti, io racconto solo la verità, poi voi fate come volete, intanto io penso con la mia testa pur continuando a prendere multe e sanzioni perché ovviamente vado contro il sistema.
No problem, io proseguo nella mia battaglia illuminata e dico:
No, grazie, io non mi fermo ai semafori".
(Dal Web)

venerdì 4 dicembre 2020

Colloqui con le famiglie: come gestirli su Google Meet (possibilità di accettare l'ingresso dei genitori in attesa)

Proponiamo di seguito un tutorial molto interessante su come gestire al meglio i colloqui scuola-famiglia a distanza, in particolare sulla loro gestione in un'unica stanza di Meet, con la possibilità di accettare l'ingresso dei genitori in attesa.

Il tutorial è fornito dal canale "
Maestra Digitale"

giovedì 3 dicembre 2020

"Il cammello e il dromedario" - Giornata internazionale delle persone con disabilità, Gianni Rodari

In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità propongo questa bella favola di Gianni Rodari, perché si addice al tema e perché lascia un messaggio significativo. Può essere usata in classe per discutere dell'argomento o per introdurlo.

Una volta un dromedario,
incontrando un cammello,
gli disse: - Ti compiango,
carissimo fratello;
saresti un dromedario
magnifico anche tu
se solo non avessi quella brutta gobba in più.
Il cammello gli rispose:
- Mi hai rubato la parola.
E' una sfortuna per te
avere una gobba sola.
Ti manca poco ad essere
un cammello perfetto:
con te la natura
ha sbagliato per difetto.
La bizzarra querela
durò tutto una mattina.
In un canto ad ascoltare
stava un vecchio beduino
e tra sé, intanto, pensava:
"Poveretti tutti e due,
ognun trova belle
soltanto le gobbe sue.
Così spesso ragiona
al mondo tanta gente
che trova sbagliato
ciò che è solo differente!"
G.Rodari

“E li chiamano disabili”, 16 storie di ordinaria straordinarietà - Di Candido Cannavò

 In occasione della giornata dedicata alla disabilità, propongo questa bellissima lettura, che è utile a chiunque: a chi fa i conti con la propria disabilità o con quella di una persona cara; a chi con le persone disabili ci lavora e a chi della disabilità ha paura. 

L’ho letto con stupore, a tratti curiosità, spesso con commozione.

E LI CHIAMANO DISABILI: il libro

L’autore è Candido Cannavò, scomparso qualche anno fa, che i lettori della Gezzetta dello sport conoscono bene, perché ne è stato uno storico direttore. La sua sensibilità, di uomo e giornalista, si mescola alla storia di sedici persone.

Sedici storie di uomini e donne che hanno avuto il coraggio della non-rassegnazione. Un viaggio in un territorio di confine che spesso viene ignorato o addirittura cancellato. Eppure questo territorio esiste. Ed è abitato da persone straordinarie, piene di coraggio, di voglia di vivere, di tenacia, di passione e tenerezza. Uomini e donne che vivono, sognano, lavorano, si emozionano, anche se sono senza braccia o costretti sulla sedia a rotelle o ciechi dalla nascita.

E LI CHIAMANO DISABILI: il libro

43 buone pratiche per rendere più belle le lezioni: "Una scuola a misura di sogni", di Giuseppe Paschetto

 


Alcune delle pratiche proposte le ho lette, e sono molto interessanti. Ve le descrivo tra poco.
Si trovano in questo libro, che non è uno di quelli pieni di principi e teorie. No, qui si parla di scuola, di didassi, di attività da realizzare in classe per rendere le lezioni più vive, belle, interessanti.

"Una scuola a misura di sogni" somiglia ad un ricettario: cerchi quello che ti serve oppure usi quello che ti piace. Proprio così: 43 idee carine, alcune geniali, che condiscono il fare scuola vero, quello delle classi piene di persone che possono incontrarsi, collaborare e abbracciarsi.

"UNA SCUOLA A MISURA DI SOGNI": IL LIBRO

Il feliciometro
Paschetto lo spiega così: “Il misuratore di Felicità interna lorda”. Si tratta di una provetta che viene riempita con un liquido rosso, uno giallo, uno verde, uno azzurro, tenendo conto della media delle scelte fatte nelle schede dai singoli alunni di classe. “Prendendo spunto – scrive l’autore – dall’esperienza scientifica sul principio di Archimede e la spinta idrostatica, ho preparato i seguenti liquidi: il colorante rosso è sciolto in sciroppo di zucchero concentrato, il giallo in glicerina, il verde in acqua e l’azzurro in alcol, in ordine decrescente di densità”. Le provette sono graduate e vengono riempite prima con il pesante liquido rosso della noia e poi versando gli altri fluidi per impedirne la mescolanza. “Il feliciometro è così pronto, fornendoci immediatamente la percezione cromatica della felicità scolastica di una classe”.

A tavola con Mendeleev
Nel 2019 ricorreva il 150esimo anniversario della tavola di Mendeleev. Come poteva Paschetto farsi perdere questa occasione? “Se esiste la tavola di Mendeleev perché non andare a tavola con Mendeleev?”, si è chiesto il professore. Questo gioco di parole è stato alla base di un progetto che ha unito chimica e alimentazione. “Ricetta: ci sono due alunni in veste di commensali, due nei panni di cuochi e tre in quelli di solerti camerieri. Ma sia gli alunni cuochi che gli alunni camerieri sono anche chimici. Ecco che gli alunni chef cucinano un bel risottino allo zafferano ed erbe di montagna. Prima di servire ogni piatto i camerieri chimici – racconta Paschetto – illustrano le caratteristiche nutrizionali delle ricette, eseguendo prima una analisi chimica degli ingredienti”.


Da rifiuti a strumenti musicali
Nulla si scarta nella scuola di Paschetto. “Per alcune settimane – narra l’autore – la parte posteriore dell’aula si trasformò in una sorta di discarica artistica creativa dove era stata ammucchiata ogni genere di mercanzia: pentole, buste di plastica, chiodi, piastrelle rotte”. L’idea di fondo si riassume in questo slogan inventato dall’insegnante piemontese: dal cassonetto al conservatorio. “Alla fine – illustra lo scrittore – producemmo una sessantina di strumenti tutti perfettamente funzionanti. Strumenti a fiato, a corda, a percussione”. Ecco il tamburo ad acqua, il battente gomitolo, elastico, bottiglia, la maracalatta, la sonagliera a tappi e tanti altri.

"UNA SCUOLA A MISURA DI SOGNI": IL LIBRO

mercoledì 2 dicembre 2020

Un giorno qualche idiota dirà che tutto questo non è mai successo

 Il generale Dwight D. Eisenhower quando arrivò con i propri uomini presso i campi di concentramento non ebbe il minimo dubbio.

Ordinò che fosse scattato il maggior numero di fotografie alle fosse comuni dove giacevano ossa, abiti, corpi scomposti scheletrici ammassati come piramidi casuali.

Fotografie per ogni gelida baracca che fungeva da dormitorio, fotografie al filo spinato, ai forni crematori, alle divise, ai cappellini, alle torri di controllo, alle armi, agli strumenti di tortura.

Fotografie ai sopravvissuti così vicini alla morte da poterci interloquire e restituirla a chiunque li fissasse senza dover nemmeno aprire bocca. Senza parlare, senza parole.

Eisenhower pretese che fossero condotti presso i campi di concentramento tutti gli abitanti tedeschi delle vicine città per vedere la realtà dei fatti e che, suddetti civili, fossero costretti a sotterrare i corpi dei morti.

E poi spiegò: “Che si abbia il massimo della documentazione possibile – che siano registrazioni filmate, fotografie, testimonianze – perché arriverà un giorno in cui qualche idiota si alzerà e dirà che tutto questo non è mai successo

Perché un giorno arriverà qualche idiota che si alzerà e dirà che tutto questo non è mai successo: da ripetere, incorniciare e santificare questa frase. Racchiude il senso della storia.


Fonte: 
https://www.facebook.com/190082614469334/photos/il-generale-dwight-d-eisenhower-quando-arriv%C3%B2-con-i-propri-uomini-presso-i-campi/200422830101979/

La maestra, vista da fuori, è una donna come le altre. A volte anche un uomo, in quel caso è un maestro - di Chiara Carrer

Ci sono maestre lunghe o maestre corte. Maestre larghe oppure sottili. Maestre scure, chiare, ricce, lisce, a pallini, a fiori, a spirali, a scacchi e in varie fantasie. Anche a righe e a quadretti, naturalmente. E dentro le maestre, invece, cosa c'è? Un ritratto gioioso e scanzonato di tutte le maestre. Guarda bene, e troverai anche la tua! Età di lettura: da 3 anni

Tratto dal libro: "Come funziona la maestra"

 Uno stralcio bellissimo preso dal libro "Come funziona la maestra"

La maestra, vista da fuori, è una donna come le altre. A volte anche un uomo, in quel caso è un maestro.

La maestra è vestita da maestra, cioè comoda, che possa rincorrere un bambino in corridoio, sedersi per terra a fare un cerchio per giocare e, soprattutto, ricevere lacrime e altri prodotti secreti (ma non tanto segreti) da piccoli occhi e nasi generosi.
La maestra è tale se dotata di bambini.
I bambini, quando c’è la maestra, diventano alunni, anche se spesso si sbagliano e la chiamano mamma. Se è un maestro, però, non lo chiamano papà. Chissà perché.

Ci sono maestre bionde, more, perfino rosse e con le lentiggini; alcune sono ricce, altre lisce, altre portano la coda. Ma tutte, proprio tutte, hanno la voce alta, forte e chiara. La voce della maestra si abbassa quando racconta una storia o vuole fare la misteriosa. Quando invece la maestra urla, allora sono cavoli amari.

La maestra è fatta per passare ai bambini tutte le cose che sa. Se guardi bene dentro la maestra, ci trovi le tabelline, il teorema di Pitagora, la prova del nove, I Sumeri, Romolo e Remo, il congiuntivo, il gerundio, il Passero solitario e Rio Bo.

Una maestra si può dividere per venti e anche ventotto bambini, e ce n’è sempre per tutti. Quando la maestra ha finito tutto quello che ti doveva insegnare, diventa la maestra di qualche altro bambino. Allora ti capita di incontrarla al supermercato o in chiesa o all'ufficio postale e la saluti un po’ vergognoso, lei invece vorrebbe abbracciarti.
La maestra si ricorda per sempre le facce dei suoi alunni. 

Quando sei grande e cerchi le cose imparate, una poesia, il nome di un fiume, la storia di Pinocchio o quanto è alto il monte Bianco, basta che chiudi gli occhi e le trovi tutte là, come ce le ha messe la tua maestra.
In fila per due, i piccolini davanti, senza spingere… 


Di Chiara Carrer,
 "Come funziona la maestra"

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