lunedì 3 settembre 2012

Il tempo degli incapaci: quando a scuola la manualità vince sulla virtualità

L'eccessiva virtualità può farci male, molto male, e a scriverlo è il sottoscritto, autore del blog su cui sta scrivendo. 
Un recente libro - Il profumo dei limoni - fa riflettere sull'esperienza della multimedialità e della dimensione On-line: si dice - volendo riassumere al massimo - che davanti ad un monitor l'essere umano sperimenta 2 dei 5 sensi a disposizione: la vista e l'udito. 
E degli altri 3 sensi cosa ne facciamo? Li riteniamo meno importanti dei primi due?

3 sensi su 5 corrispondono al 60% delle nostre percezioni. Vuol dire che davanti ad un monitor noi rinunciamo al 60% del nostro universo sensoriale.


Se la vita al pc corrisponde ad una piccola parentesi nell'arco della giornata e la tecnologia è un supporto e uno strumento, possiamo considerarla una risorsa che ci migliora la vita. Se, invece, la vita on line, l'utilizzo dei vari strumenti e programmi tecnologici, fagocitano la maggior parte delle nostre giornate e ci ritroviamo a vivere confondendo la verità con la realtà... vuol dire che ci stiamo facendo del male!
Vuol dire che stiamo rinunciando al 60% della nostra esistenza e che i nostri sensi - strumento privilegiato nel contatto con il mondo - vengono sempre più mortificati.
E' un errore sopravvalutare l'uso delle nuove tecnologie a scuola. Esse devono avere il posto che meritano senza invadere altri campi, che restano - intoccabili! - all'esperienza.
Tra l'altro uno studio di qualche anno fa - mi pare del 2007 - dimostra che gli alunni dela scuola primaria prediligono il canale cinestesico per i loro apprendimento, vale a dire tutto ciò che ha a che fare con il movimento, il gusto, l'olfatto, il tatto: nulla di tutto questo riesce a saziare un iPad, un Netbook o un qualsiasi altro tablet. Neppure il miglio programma di didattica del mondo, neanche se uscito dalla mente del più abile dei programmatori, può creare esperienze che coinvolgano tutti e 5 i sensi. Dunque anche il miglio programma mortifica l'esperienza del FARE, che il bambino predilige per il suo apprendimento.

Questo preambolo - che ritengo importante dal punto di vista educativo, didattico e pedagogico - serve ad introdurre un sito on-line che va controcorrente: 


Su questo portale Andrea Carrara, un insegnante di scuola primaria motivato e intraprendente, propone una serie di attività che hanno a cuore il FARE manuale, pratico; si tratta di moltissimi lavori collocabili nell'ambito dell'insegnamento della Tecnologia, la cui importanza vine ribadita sulle nuove Indicazioni Nazionali del 2012. 
Dall'elettricità alla meccanica, dall'idraulica alla lavorazione del legno, ma anche giardinaggio, agricoltura, primo soccorso e molto altro: tutto ciò che ha a che fare con lo "sporcarsi le mani".



Sono un insegnante di scuola primaria.
La bellezza del mio lavoro è anche nella custodia e nella coltivazione della cultura, in molti sensi. Nella cultura spesso ci si limita ad includere solo le conoscenze astratte e ideali, dimenticando o sottovalutando la saggezza della "pratica".
Un "saper fare" che renderebbe ciascuno non tanto più abile quanto più consapevole, più capace di capire il mondo, di viverci da protagonista. Il traguardo ambizioso di ogni percorso educativo è l'autonomia intesa non come solitudine o autosufficienza ma come padronanza di ciò con cui quotidianamente ci si confronta.
I programmi d'insegnamento della scuola di base includono la "tecnologia". Con questo sito vorrei dare un po' di luce ad un insegnamento talvolta lasciato in ombra, vorrei documentare possibili percorsi ed esperienze con la speranza di conservare e custodire una saggezza "pratica" che sembra andare sbiadendosi.

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