lunedì 26 gennaio 2015

"Tedeschi egoisti, ignoranti e indifferenti": Primo Levi in una lettera inedita - Educare Narrando.

Su "La Stampa" del 23 gennaio 2015 esce un interessantissimo articolo che riporta una lettera inedita di Primo Levi, resa pubblica dopo molti anni. Si tratta della risposta, tramite lettera, che il celebre testimone degli orrori della Shoah rivolge ad una giovane lettrice che, impressionata dalla lettura di "Se questo è un uomo", nel lontano 1983 aveva scritto all'Autore per chiedere spiegazioni e per invitarlo nella sua scuola. Si tratta di Monica Perosino, che a quel tempo aveva appena 11 anni. Lei stessa ricorda di aver scritto questa lettera con la grafia rotonda e grossolana di chi ha appena 11 anni, e di aver scelto di leggere questo libro da un elenco di letture consigliate che la sua insegnante aveva proposto alla classe. 

Primo Levi fu trovato suicida nella tromba delle scale del suo palazzo l'11 aprile del 1987.

Di seguito viene riportata la lettera, da cui è possibile trarre degli spunti per discutere sull'Olocausto o, in generale, sulle vicende legate agli orrori nazisti e al ruolo della Germania di quel tempo. E' un ottimo documento, adatto agli alunni della scuola secondaria di I e II grado.


25/54/1983
Cara Monica, 

La domanda che mi poni, sulla crudeltà dei tedeschi, ha dato molto filo da torcere agli storici. A mio parere, sarebbe assurdo accusare tutti i tedeschi di allora; ed è ancora più assurdo coinvolgere nell'accusa i tedeschi di oggi. E' però certo che una grande maggioranza del popolo tedesco ha accettato Hitler, ha votato per lui, lo ha approvato ed applaudito, finché ha avuto successo politici e militari; eppure, molti tedeschi, direttamente o indirettamente, avevano pur dovuto sapere cosa avveniva, non solo nei lager, ma in tutti i territori occupati, e specialmente in Europa orientale. Perciò, piuttosto che di crudeltà, accuserei i tedeschi di allora di egoismo, di indifferenza, e soprattutto di ignoranza volontaria, perché chi voleva veramente conoscere la verità poteva conoscerla, e farla conoscere, anche senza correre eccessivi rischi. La cosa più brutta che ho vista nei lager credo sia proprio la selezione che ho descritta nel libro che conosci.
Ti ringrazio per avermi scritto e per l'invito a venire nella tua scuola, ma in questo periodo sono molto occupato, e mi sarebbe impossibile accettare. Ti saluto con affetto.

Primo Levi

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