lunedì 5 settembre 2022

Come voteranno i ragazzi che non comprendono un testo scritto (e orale)?

Riportiamo una breve, ma significativa, riflessione di Antonia Carlini, dirigente scolastico, formatrice, autrice di libri finalizzati alla preparazione dei concorsi per la scuola. Si tratta di considerazioni che riguardano il cosiddetto "voto consapevole", vale a dire il voto di chi, dopo aver ascoltato le proposte dei vari candidati, e averle comprese, è in grado di scegliere in modo pertinente. Ma comprenderle vuol dire anche riconoscere i limiti e l'inconsistenza di alcune di esse attraverso specifiche competenze di comprensione del testo (scritto e orale). Cosa fa uno studente che ne è sprovvisto? 

Di Antonia Carlini, Dirigente Scolastico

Il dibattito (?) politico di queste settimane estive ci ha offerto esempi chiari di ricorso a ragionamenti fallaci (ingannevoli) che puntano all’emotività degli spettatori, con risposte d’impatto e molto spesso generiche ancorché condivisibili, piuttosto che alla loro razionalità, attraverso contributi che possano accrescere il profilo cognitivo del confronto e magari fornire risposte pertinenti e concrete che possano favorire la formazione di un consenso pienamente consapevole.

Quali “strumenti di difesa” per gli spettatori-elettori meno avvezzi a riconoscere le trappole presenti nella comunicazione mediatica-politica?

Penso a quel 35% di studenti della secondaria che in italiano nella prova nazionale Invalsi non raggiunge il livello 3, ossia “non sa individuare una o più informazioni fornite esplicitamente in una porzione ampia di testo" ( ndr … e di un discorso ascoltato), distinguendole da altre non pertinenti” (uno dei descrittori del livello 3). (Fonte)

Per chi ha scarse competenze nella comprensione dei testi, dunque, il rischio di restare abbindolati da slogan vuoti e proposte fallaci è molto alto. Lo studente, che non è in grado di trovare le incoerenze in chi gli chiede il voto, non solo rischia di votare contro i propri interessi, ma persino contro gli interessi della collettività.

Forse è utile, ancora una volta, ricordare a noi stessi e agli altri quanto una società civile che funziona passi necessariamente attraverso la potenza emancipatoria di una scuola che fa bene il suo dovere.
Quando la scuola funziona poco o male, insomma, ci rimette tutta la vita democratica del Paese.

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