mercoledì 15 aprile 2020

Giacomo Leopardi, ecco come ce lo raccontano due grandi filosofi: Emanuele Severino e Massimo Cacciari

Antonio Prete: «Il pessimismo di Leopardi? Un equivoco da chiarire»

Parliamo di uno dei massimi poeti e pensatori di tutti i tempi con l'aiuto di due filosofi del panorama italiano: Emanuele Severino e Massimo Cacciari.

Si tratta di due contributi eccellenti adatti alla scuola secondaria di II grado, in special modo ai licei.
Giacomo Leopardi non è soltanto l'autore prolifico e coltissimo che tutti abbiamo studiato a scuola; è molto di più. E' colui che svela, che toglie cioè il velo e lascia che si veda cosa c'è sotto: il senso profondo del nulla, con cui tutta la civiltà occidentale ha fatto i conti più o meno consapevolmente, ma che lui testimonia e mostra con lucidità spietata.

Leopardi, secondo Cacciari, è necessario per rivendicare un "genius italicum", un modo di pensare della tradizione italiana che ci tira fuori dal frequente provincialismo in cui siamo stati a lungo, che prende le mosse dall'umanesimo filosofico per arrivare a lui; ed è filosofia dolorosa, ma vera. Che pure ci impedisce di disperare. Disperare è impossibile. A Leopardi, insomma, non può attribuirsi il pessimo assoluto che la tradizione si ostina 

In basso due link che rimandano alle lezioni magistrali dei due filosofi citati:

SEVERINO PENSA LEOPARDI

CACCIARI RACCONTA LEOPARDI

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